Giugno 2024

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    Lavoro, Landini promette battaglia: ‘Vicini a 850mila firme per referendum”

    (Teleborsa) – “Siamo vicini alle 850mila firme, ne stiamo raccogliendo tante e continueremo a raccoglierne anche durante i mesi di luglio e agosto”, lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio landini, della raccolta di forme della Cgil per referendum sul lavoro a partire dall’abrogazione del Jobs Act referendum.Ospite di Tagadà, su LA7, Landini dice che “questo governo ha scelto di non confrontarsi, di non riconoscere ai sindacati il ruolo di difendere i lavoratori; su temi come le pensioni, la sanità, la riforma fiscale, oggi un confronto vero non c’è”. Da qui il ricorso a “strumenti democratici come il referendum”.E sarà così ribadisce, anche per chiedere, l’abrogazione della riforma per l’autonomia differenziata, “per cancellare una legge balorda che divide il paese e non difende i diritti dei lavoratori. Come sulla sanità, o il diritto di studiare, diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti e in tutto Paese” senza differenze regione per regione. “Diritti che questa riforma mette in discussione. Sono diritti che vanno garantiti a tutti”.Per la Cgil, dice, “”vanno cancellate leggi sbagliate” indipendentemente da quale governo le ha varate: “come la legge sugli appalti del Governo Berlusconi, o i diritti ridotti sui licenziamenti” con il jobs act. LEGGI TUTTO

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    Wall Street cauta. ING: inflazione e consumi aumentano chance tagli tassi

    (Teleborsa) – Wall Street continua la seduta sui livelli della vigilia, dopo il dato chiave sull’inflazione PCE americana, la misura preferita dalla Fed per valutare l’andamento dei prezzi, risultato in linea con le attese, a maggio, ovvero, in rallentamento al 2,6% dal 2,8% di aprile. “Il rapporto sui redditi e le spese personali di maggio negli Stati Uniti incoraggiano chi ritiene che le pressioni inflazionistiche si stiano nuovamente allentando, dopo essere state troppo elevate nei primi tre mesi dell’anno”, spiega James Knightley, Chief International Economist, ING. Il deflatore della spesa personale al consumo (PCE) core – una misura più ampia delle pressioni inflazionistiche rispetto all’inflazione dei prezzi al consumo (CPI) su cui la Fed preferisce concentrarsi- si è attestato allo 0,1% su base mensile e al 2,6% su base annua. Questo dato era atteso, vista la lettura delle componenti all’interno dei rapporti CPI e PPI, ma dopo le numerose sorprese al rialzo di quest’anno, è un sollievo. La misura principale (compresi cibo ed energia) è risultata pari allo 0% su base mensile e al 2,6% su base annuale, come previsto. “L’inflazione si sta comportando meglio, il che potrebbe aprire la porta a tagli dei tassi di interesse nel corso dell’anno”.”Nel complesso, la politica della Federal Reserve sembra stia gradualmente ottenendo l’effetto desiderato: rallentare la domanda per raffreddare l’inflazione, afferma Christian Scherrmann, U.S. Economist di DWS. In prospettiva, ci aspettiamo il proseguimento del processo disinflazionistico, poiché si prevede un’ulteriore moderazione dell’attività economica. Tuttavia, è improbabile che il ritmo molto lento dell’inflazione, come quello di maggio, persista. Ci aspettiamo invece una tendenza più moderata, forse a un ritmo simile a quello osservato in aprile. Per la Federal Reserve, i dati di maggio suggeriscono che è sulla strada giusta, ma è probabile che siano necessari ulteriori progressi prima di considerare un adeguamento dei tassi di interesse. Le nostre proiezioni indicano un potenziale primo taglio dei tassi a dicembre, anche se un’accelerazione del rallentamento delle condizioni del mercato del lavoro potrebbe indurre a un adeguamento dei tassi prima, forse già a novembre o addirittura a settembre”.Tra gli indici statunitensi, il Dow Jones riporta una variazione pari a -0,07% sulla stessa linea, giornata senza infamia e senza lode per l’S&P-500, che rimane a 5.481 punti. Sui livelli della vigilia il Nasdaq 100 (+0,01%); sulla stessa linea, consolida i livelli della vigilia l’S&P 100 (-0,09%).Energia (+0,53%) e finanziario (+0,51%) in buona luce sul listino S&P 500. Tra i più negativi della lista del paniere S&P 500, troviamo i comparti utilities (-1,39%), beni di consumo secondari (-1,12%) e telecomunicazioni (-0,72%).In cima alla classifica dei colossi americani componenti il Dow Jones, Salesforce (+2,03%), United Health (+1,80%), Intel (+1,70%) e American Express (+1,51%).Le più forti vendite, invece, si manifestano su Nike, che prosegue le contrattazioni a -20,05%.In rosso Walt Disney, che evidenzia un deciso ribasso del 3,23%.Spicca la prestazione negativa di Travelers Company, che scende dell’1,70%.McDonald’s scende dell’1,57%.Al top tra i colossi tecnologici di Wall Street, si posizionano Sirius XM Radio (+2,75%), Qualcomm (+2,58%), Applied Materials (+2,47%) e Microchip Technology (+2,23%).I più forti ribassi, invece, si verificano su Lululemon Athletica, che continua la seduta con -2,75%.Calo deciso per Moderna, che segna un -2,42%.Sotto pressione Constellation Energy, con un forte ribasso dell’1,83%.Soffre Trade Desk, che evidenzia una perdita dell’1,80%.Tra le grandezze macroeconomiche più importanti dei mercati statunitensi:Venerdì 28/06/202414:30 USA: Spese personali, mensile (atteso 0,3%; preced. 0,1%)14:30 USA: Redditi personali, mensile (atteso 0,4%; preced. 0,3%)15:45 USA: PMI Chicago (atteso 40 punti; preced. 35,4 punti)16:00 USA: Fiducia consumatori Università Michigan (atteso 65,9 punti; preced. 69,1 punti)Mercoledì 03/07/202414:30 USA: Bilancia commerciale. LEGGI TUTTO

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    Mare Group, assemblea approva bilancio 2023

    (Teleborsa) – L’Assemblea ordinaria degli Azionisti di Mare Group, attiva nel settore dell’ingegneria digitale, operante con grandi imprese in Italia e all’estero per sviluppare e rendere accessibili tecnologie avanzate alle PMIha approvato il Bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2023, nonché la destinazione del risultato di esercizio.I soci inoltre hanno approvato la proposta di destinazione del risultato di esercizio della Capogruppo Mare Group, pari a Euro 2.233.376, come segue: Euro 120.500 a distribuzione di dividendo a tutti gli azionisti per un corrispettivo pari ad euro 0,01 per ogni azione posseduta (cedola n.1, con ex date fissata al 29 luglio, record date al 30 luglio, payment date 31 luglio 2024); Euro 250.000 quale compenso variabile amministratori in ottemperanza alla delibera assembleare del 28 aprile 2023 e del 21 maggio 2024.La restante parte pari a Euro 1.862.876 a riserva straordinaria. LEGGI TUTTO

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    Iren, closing accordo investimento in Egea atteso il 1° agosto

    (Teleborsa) – Iren comunica con una nota che il closing dell’accordo di investimento in Egea è atteso per il 1° agosto, dopo che sono state risolte le principali condizioni sospensive previste dall’accordo. Nel dettaglio, spiega Iren, la Sesta Sezione Civile – Procedure Concorsuali del Tribunale di Torino ha pubblicato in data odierna il provvedimento di omologa inerente gli accordi di ristrutturazione dei debiti conclusi dalle EGEA Spa, EGEA PT e EGEA Commerciale con le proprie creditrici finanziarie, i propri obbligazionisti e i propri fornitori, nonché le proposte di transazione fiscale formulate all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Il 26 giugno è arrivata l’autorizzazione Antitrust che ha seguito il via libera del golden power del 23 aprile. Infine – conclude Iren – “i risultati consolidati riferiti al Perimetro oggetto dell’operazione evidenziano il rispetto della posizione finanziaria netta adjusted contrattualmente indicata”. LEGGI TUTTO

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    Nike paga dazio con outlook deludente

    (Teleborsa) – Scende sul mercato Nike, che soffre con un calo del 19,20%, dopo aver fornito un outlook deludente.”Stiamo affrontando le nostre sfide a breve termine a testa alta, facendo continui progressi nelle aree che contano di più per il futuro di Nike: servire l’atleta attraverso l’innovazione delle prestazioni, muoversi al ritmo del consumatore e far crescere l’intero mercato – ha affermato John Donahoe, Presidente e CEO – Sono fiducioso che i nostri team stiano unendo i nostri vantaggi competitivi per creare un maggiore impatto per la nostra attività”.Nike ha inaspettatamente dichiarato di aspettarsi un calo percentuale a una sola cifra delle entrate annuali nell’anno fiscale 2025. Gli analisti si aspettavano un aumento dello 0,91%.”Stiamo ottenendo un migliore equilibrio nel nostro portafoglio – ha commentato Matthew Friend, Vicepresidente esecutivo e Direttore finanziario – Sebbene siamo incoraggiati dai nostri progressi, i risultati del quarto trimestre hanno evidenziato sfide che ci hanno portato ad aggiornare il nostro bilancio 2025. Stiamo intraprendendo azioni per riposizionare Nike affinché sia ??più competitiva e per promuovere una crescita sostenibile e redditizia a lungo termine”. Lo scenario tecnico visto ad una settimana del titolo rispetto all’indice Dow Jones, evidenzia un rallentamento del trend del produttore americano di calzature sportive rispetto all’indice americano, e ciò rende il titolo potenziale obiettivo di vendita da parte degli investitori.La struttura di medio periodo resta connotata positivamente, mentre segnali di contrazione emergono per l’impostazione di breve periodo costretta a confrontarsi con la resistenza individuata a quota 78,14 USD. Ottimale ancora il ruolo funzionale di supporto offerto da 74,99. Complessivamente il contesto generale potrebbe giustificare una continuazione della fase di consolidamento verso quota 73,87. LEGGI TUTTO

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    Infinera vola a Wall Street dopo mossa Nokia

    (Teleborsa) – Prepotente rialzo per Infinera, che mostra una salita bruciante del 17,49% sui valori precedenti.Nokia ha annunciato di avere raggiunto l’accordo per il takeover dell’azienda di San Jose, specializzata in apparecchiature ottiche di telecomunicazione. Il colosso finlandese ha messo sul piatto 6,65 dollari. Il valore dell’operazione è di 2,3 miliardi di dollari, compresa l’assunzione del debito.Almeno il 70% dell’ammontare sarà corrisposto in contanti, il resto in American Depositary Share (Ads) di Nokia. Comparando l’andamento del titolo con il Nasdaq 100, su base settimanale, si nota che Infinera mantiene forza relativa positiva in confronto con l’indice, dimostrando un maggior apprezzamento da parte degli investitori rispetto all’indice stesso (performance settimanale +21,41%, rispetto a +1,18% dell’indice dei titoli tecnologici USA).Per il medio periodo, le implicazioni tecniche assunte da Infinera restano ancora lette in chiave negativa. Qualche segnale di miglioramento emerge invece per l’impostazione di breve periodo, letto attraverso gli indicatori più veloci che evidenziano una diminuzione della velocità di discesa. Possibile a questo punto un rallentamento della discesa in avvicinamento a 6,13 USD. La resistenza più immediata è stimata a 6,26. Le attese sono per una fase di reazione intermedia tesa a riposizionare il quadro tecnico su valori più equilibrati e target a 6,39, da raggiungere in tempi ragionevolmente brevi. LEGGI TUTTO

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    USA, Università Michigan: fiducia consumatori giugno sopra attese

    (Teleborsa) – Rivisto al rialzo l’indice che misura la fiducia dei consumatori statunitensi, secondo l’ultimo sondaggio condotto dall’Università del Michigan, che ha pubblicato la stima definitiva. Nel mese di giugno, l’indice sul consumer sentiment si è attestato a 68,2 punti dai 65,6 della lettura preliminare e contro i 69,1 di maggio. Rivista al rialzo anche la componente relativa alle aspettative, che si posiziona a 69,6 punti da 68,8 e contro il 67,6 atteso, mentre quella sulla condizione attuale è stata rivista a 65,9 punti dal preliminare di 62,5 punti e dai 69,6 punti di maggio. LEGGI TUTTO

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    Mercato americano positivo. Inflazione in linea con attese

    (Teleborsa) – Il listino USA mostra un timido guadagno, in avvio, con il Dow Jones che sta mettendo a segno un +0,48%, proseguendo la serie positiva iniziata mercoledì scorso; sulla stessa linea, piccolo scatto in avanti per l’S&P-500, che arriva a 5.494 punti. Senza direzione il Nasdaq 100 (+0,03%); con analoga direzione, pressoché invariato l’S&P 100 (+0,1%).Sul fronte macroeconomico, l’inflazione misurata dall’indice PCE, il personal consumption expenditure che la Fed usa come uno dei principali indicatori delle pressioni sui prezzi, è risultata in maggio in linea con le attese, crescendo su base annuale meno del previsto e ad un ritmo minore degli ultimi sei mesi. Il dato PCE è contenuto nel dato diffuso dal dipartimento del Commercio relativo ai redditi personali e alle spese ai consumi. LEGGI TUTTO