Gennaio 2024

Monthly Archives

More stories

  • in

    Distretti industriali: bilancio positivo dei primi nove mesi 2023

    (Teleborsa) – Grazie a un’ottima apertura d’anno (+7,4% nel primo trimestre 2023), il bilancio complessivo dell’export dei distretti nei primi nove mesi dell’anno e` positivo: e` infatti pari +0,4% la variazione tendenziale a prezzi correnti delle esportazioni distrettuali che corrisponde a un aumento di 409 milioni di euro. Il numero di distretti che ha registrato una crescita dei valori esportati e` superiore al 50% e pari a 82. A livello settoriale si confermano le ottime performance della meccanica, che ha registrato un progresso del 9,4% a prezzi correnti, e dei distretti specializzati nell’agro- alimentare (+4,5%). Hanno, invece, chiuso i primi nove mesi dell’anno con un lieve calo le aree distrettuali specializzate nel sistema moda (-0,5% per i beni di consumo e -2,1% per i beni intermedi). Le perdite sono piu` pronunciate negli altri settori: nel sistema casa, dopo il balzo degli scorsi anni, tutte le filiere hanno perso terreno: si va dal -6,6% del legno-arredo, al -7,9% degli elettrodomestici, al -13,7% dei prodotti e materiali da costruzioni; hanno subito un rilevante arretramento anche i beni intermedi: tra questi la metallurgia (-19,5%) che ha risentito anche del calo dei prezzi alla produzione. È quanto emerge dal monitor nazionale dei distretti industriali relativo ai primi 9 mesi del 2024 a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.I dati per distretto – si legge nel rapporto – confermano la migliore evoluzione delle aree distrettuali specializzate in meccanica e agro-alimentare, a cui si aggiungono importanti distretti specializzati nel sistema moda. Nei primi nove mesi del 2023 ai primi dodici posti per aumento delle esportazioni in valore si posizionano infatti nove distretti della Meccanica: spiccano soprattutto la Meccanica strumentale di Milano e Monza e Brianza e le Macchine per l’imballaggio di Bologna, che guidano la classifica con un aumento dei flussi pari rispettivamente a 443 milioni di euro (+10,8%) e +434 milioni (+24,8%). Nella meccanica si sono messi in evidenza anche la Meccanica strumentale di Bergamo (+300 milioni), la Food Machinery di Parma (+261 milioni), le Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena (+257 milioni), la Meccatronica di Reggio Emilia (+189 milioni), la Meccanica strumentale di Vicenza (+153 milioni), le Macchine utensili e robot industriali di Torino (+152 milioni) e la Meccatronica di Trento (+144 milioni). La quasi totalita` di questi distretti, dopo una buona apertura d’anno, ha continuato a crescere anche nel terzo trimestre, a conferma della loro elevata competitivita`. Tra i migliori distretti per aumento in valore dell’export, ve ne e` anche uno del sistema moda, si tratta l’Occhialeria di Belluno che si posiziona al terzo posto per aumento dell’export (+339 milioni, pari a +12,6%), uno dell’agro-alimentare, l’Alimentare di Parma (+192 milioni), e uno dei mezzi di trasporto, la Camperistica della Val d’Elsa (+159 milioni). Tra i distretti che si sono distinti per intensita` della crescita vanno poi citati la Maglieria e l’abbigliamento di Perugia (+22,9%) e il Riso di Vercelli (+29,1%). A livello regionale, l’Emilia Romagna, grazie a una buona prima parte dell’anno, occupa il primo posto per aumento in valore delle esportazioni, con un progresso pari a 740 milioni di euro tra i primi nove mesi del 2023 e il corrispondente periodo dell’anno precedente (+4,7% la variazione tendenziale). La regione ha beneficiato soprattutto del traino dei distretti della meccanica, insieme al contributo della filiera agro-alimentare. Seguono il Piemonte (+422 milioni; +4,7%), che e` stato spinto da Macchine utensili e robot industriali di Torino, Tessile di Biella, Dolci di Alba e Cuneo e Riso di Vercelli, la Campania (+287 milioni; +9,2%), dove si sono messe in evidenza le Conserve di Nocera, e il Trentino-Alto Adige (+281 milioni; +7%), guidato dai due distretti della meccatronica. A queste regioni si aggiunge per intensita` della crescita l’Umbria che ha riportato un progresso pari al +10,6% grazie alla spinta della Maglieria e dell’abbigliamento di Perugia. Nei primi nove mesi dell’anno Francia e Turchia si confermano i due mercati trainanti in questa fase ciclica: l’aumento dell’export distrettuale e` stato rispettivamente pari a 711 milioni e 682 milioni di euro. In Francia il risultato e` spiegato in modo particolare dai flussi attivati dalle relazioni produttive e commerciali con le grandi maison della moda, ma anche dal forte aumento delle vendite di meccanica e alimentari e bevande. In Turchia, spiccano soprattutto i risultati conseguiti dai distretti specializzati in beni di consumo del sistema moda e meccanica. Tra i mercati a piu` alto potenziale si sono messi in evidenza anche Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, Messico, Polonia, India e Arabia Saudita. In queste aree si sono distinti soprattutto i distretti specializzati in beni di consumo della moda e nella meccanica. Dopo il crollo dello scorso anno, sono poi tornate a crescere le esportazioni dirette verso l’Ucraina, dove si sono messi in evidenza alcuni settori come meccanica, beni di consumo del sistema moda, elettrodomestici e agro- alimentare. E’ pero` diventato lievemente negativo il contributo offerto dal principale sbocco commerciale dei distretti, la Germania: hanno pesato gli arretramenti di beni intermedi, non compensati dai progressi di meccanica e alimentari e bevande. Anche negli Stati Uniti l’export distrettuale, dopo il balzo dello scorso anno (+25,1%), ha subito un calo, penalizzato da un calo quasi generalizzato che non ha interessato solo la meccanica. Al contempo, si e` registrato un forte calo delle esportazioni verso la Svizzera che rappresenta un HUB logistico per le specializzazioni del sistema moda. I risultati positivi dei primi nove mesi del 2023 sono stati ottenuti in un contesto di rallentamento degli scambi mondiali che si e` accentuato nella seconda parte dell’anno. Cio` ha condizionato anche i distretti industriali che hanno perso slancio sui mercati internazionali, mostrando nel terzo trimestre un calo comunque contenuto e pari al -3,7% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Si e` dunque solo lievemente intensificata la riduzione emersa nel secondo trimestre (-2,1%). Pesa in questa fase soprattutto la debolezza dell’economia europea (Germania in primis), che resta la prima destinazione commerciale delle esportazioni distrettuali. È rimasta alta l’eterogeneita` dei risultati: su 158 distretti monitorati da Intesa Sanpaolo, 70 hanno registrato una crescita e 89 un calo. Meccanica e Agro-alimentare sono i settori che in questa fase si stanno dimostrando piu` resilienti: in entrambi i casi si e` osservata una crescita ininterrotta delle esportazioni che e` infatti proseguita anche nel terzo trimestre dell’anno (rispettivamente +5,6% e +1,7%). Non e` un caso che in questa fase sia proprio il Mezzogiorno l’area geografica con la migliore evoluzione sui mercati internazionali: grazie a un’elevata presenza di distretti agro- alimentari l’export di questo territorio ha registrato un lieve aumento tendenziale (+1,1% a prezzi correnti). Nelle altre aree italiane, spiccano le performance di Trentino-Alto Adige (+7,1%) e Umbria (+8,6%). La prima ha potuto contare sul contributo determinante dei suoi due distretti della meccatronica, quella di Trento e quella dell’Alto Adige, la seconda ha beneficiato del traino dell’alta qualita` offerta dalla Maglieria e abbigliamento di Perugia. I primi dati disponibili solo a livello nazionale per il bimestre ottobre-novembre 2023 confermano, tra i settori ad alta intensita` distrettuale, la resilienza di alimentare-bevande e meccanica. In particolare, la meccanica italiana a ottobre ha registrato un aumento dell’export pari all’11,7% tendenziale; a novembre il progresso e` stato pari al +5,1%, con una crescita che ha interessato tutti i principali sbocchi commerciali (Germania, Francia e Stati Uniti) e punte vicino al +15% in Cina e in India. Anche il settore alimentare-bevande si e` confermato in territorio positivo, con un incremento dei valori esportati rispettivamente pari a +9,2% e +3,9% a ottobre e novembre. Anche il 2024 sara` molto probabilmente un anno a due velocita`, con una migliore evoluzione attesa per l’export della filiera agro-alimentare e della meccanica che potra` continuare a trarre beneficio dalla transizione tecnologica e green in corso. Per gli altri settori ad alta intensita` distrettuale, la dinamica dell’export dei distretti non mostrera` la stessa brillantezza osservata nel 2021 e nel 2022. L’export potra` riportarsi su un buon sentiero di crescita nel secondo semestre del 2024, quando l’attenuazione dell’inflazione liberera` potere d’acquisto a favore dei consumi e consentira` un primo allentamento delle misure restrittive di politica monetaria, con effetti positivi sulla dinamica della domanda di beni di investimento in Europa e negli Stati Uniti. LEGGI TUTTO

  • in

    Deboli i Listini europei guardano alla BCE

    (Teleborsa) – Giornata negativa per Piazza Affari e le altre principali Borse europee. Poco mosso l’S&P-500, che segna a Wall Street un -0,04%. Si muovono al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato, in vista delle prossime mosse delle banche centrali, in materia di politica monetaria. La BCE si riunirà giovedì 25 gennaio. La settimana dopo toccherà alla Federal Reserve. Oggi, la Bank of Japan ha mantenuto i tassi fermi al -0,10%, lasciando invariato il meccanismo di controllo della curva dei rendimenti del JGB, il titolo decennale giapponese.Lieve calo dell’Euro / Dollaro USA, che scende a quota 1,083. L’Oro prosegue gli scambi con guadagno frazionale dello 0,20%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) è sostanzialmente stabile su 74,62 dollari per barile. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE, in rialzo i tassi dei titoli di Stato. Cosa attendersi dal meeting

    (Teleborsa) – Si muovono al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato, in vista delle prossime mosse delle banche centrali, in materia di politica monetaria. A prendere le prime decisioni, del nuovo anno, è la BCE che si riunirà giovedì 25 gennaio. La settimana dopo toccherà alla Federal Reserve. Oggi, la Bank of Japan ha mantenuto i tassi fermi al -0,10%, lasciando invariato il meccanismo di controllo della curva dei rendimenti del JGB, il titolo decennale giapponese. Lo spread tra BTP e Bund si attesta a 160 punti, con il tasso del decennale italiano che aumenta di sei punti base al 3,91%. Sale anche il Bund tedesco che si attesta al 2,31% (+3 punti). In aumento il decennale spagnolo al 3,21% (+5 punti) e quello greco al 3,35% (+6 punti).Una BCE fermamente in attesa”Prevediamo che la Banca Centrale Europea manterrà invariati i tassi di riferimento nella riunione di gennaio e ribadirà il suo approccio dipendente dai dati – spiega Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO – aggiungendo che la riunione di marzo, con le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff della BCE, fornirà probabilmente ulteriori indicazioni”. La crescita a breve termine – sottolinea l’esperto – dovrebbe essere più debole del previsto. Tuttavia, le previsioni sull’inflazione di dicembre si basavano sul percorso dei tassi di interesse indicato dai dati di mercato al 23 novembre 2023. Questi dati suggerivano una riduzione dei tassi di circa 75 punti base per il 2024. Da allora le condizioni finanziarie si sono notevolmente allentate e le proiezioni aggiornate saranno rese note in occasione della riunione di marzo. Le previsioni del mercato suggeriscono attualmente circa 140 punti base di tagli dei tassi per quest’anno, a partire da aprile, e un tasso terminale vicino al 2% nel 2025. A causa dell’incertezza sulle prospettive inflazionistiche, “dubitiamo che la BCE attuerà tagli dei tassi così presto – spiega Konstantin Veit -. È probabile che la BCE continui a monitorare attentamente l’inflazione senza dichiarare prematuramente il proprio successo”.”Nonostante i chiari segnali di indebolimento dell’area dell’euro e il ritorno dell’inflazione verso l’obiettivo, ci aspettiamo che la BCE mantenga i tassi invariati al prossimo meeting e che la prospettiva di tagli sia ancora lontana – afferma Katharine Neiss, chief European economist di PGIM Fixed Income -. Il nostro ragionamento deriva dai commenti della BCE, che suggeriscono che il Consiglio direttivo vorrebbe vedere un allentamento di una serie di fattori che influenzano la pressione inflazionistica interna sottostante. Ciò – aggiunge – include non solo l’inflazione core e dei servizi, ma anche i salari e i margini di profitto delle imprese. Dunque il secondo trimestre sarebbe il periodo più prossimo per i tagli. In parole povere, i responsabili della politica monetaria vorranno andare con i piedi di piombo ed essere sicuri che il genio dell’inflazione sia stato rimesso saldamente nella bottiglia. Oltre ad essere “dipendente dai dati”, la BCE ha dichiarato che gli aumenti dei tassi d’interesse nell’ultima parte del 2023 rappresentano un’assicurazione contro la possibilità di ulteriori shock dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia e contro la prospettiva di un disancoraggio delle aspettative d’inflazione. Sebbene i prezzi dei generi alimentari e dell’energia siano recentemente diminuiti e le riserve di energia in Europa rimangano elevate – sottolinea Katharine Neiss – l’escalation delle tensioni in Medio Oriente suggerisce che potrebbe essere troppo presto per abbandonare questa assicurazione. La nostra ipotesi di base è quindi che la BCE tagli i tassi in estate, lasciando i tassi più vicini al 3% entro la fine dell’anno. Detto questo, il rapido deterioramento dell’attività alla fine dello scorso anno ha aumentato il rischio che la BCE possa avere adottato una politica eccessivamente restrittiva nel 2023. L’inflazione a breve termine ha registrato una chiara tendenza al ribasso sia per l’inflazione core che per quella dei servizi, ed è ora pari o inferiore al livello coerente con l’obiettivo del 2%. In un simile contesto, un’azione più tardiva anziché tempestiva aggraverebbe la pressione al ribasso sull’inflazione, rischiando di tornare al periodo pre-pandemico di inflazione cronica al di sotto dell’obiettivo nella zona. In questo caso, “potremmo vedere la BCE rimuovere l’assicurazione prima piuttosto che dopo, e tagliare i tassi in modo più aggressivo rispetto al nostro scenario di base”, conclude l’esperta. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, Fed Richmond: settore manifatturiero peggiora a gennaio

    (Teleborsa) – Peggiora a gennaio l’indice Fed di Richmond sullo stato del settore manifatturiero. L’indicatore che sintetizza lo stato dell’attività del distretto si porta a -15 punti dai -11 di dicembre, risultano peggiore delle aspettative (-7). Il dato, pubblicato dal Distretto Fed della capitale della Virginia, evidenzia invece un miglioramento della componente delle consegne che si porta a -15 punti dai -817 del mese precedente, mentre quella dei servizi si porta a +4 da 0 punti. LEGGI TUTTO

  • in

    Giorgetti: “continuare politiche strutturali rispettando conti”

    (Teleborsa) – L’Italia deve continuare le sue politiche strutturali “nel rispetto dei conti pubblici e della sostenibilità del debito”. Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti inaugurando l’anno accademico della Scuola di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza a Ostia sottolineando che lo scenario economico attuale è “complesso e in continua evoluzione”, con le sfide geopolitiche che mettono a rischio la crescita economica.”Nell’attuale difficile contingenza resta cruciale continuare le politiche strutturali già avviate dal governo nei settori strategici della competitività dei settori economici, della transizione ecologica e digitale, della sanità e del welfare, nel pieno rispetto dei conti pubblici e della sostenibilità del debito”, ha affermato Giorgetti. Sul PNRR -“Sarà decisiva – ha proseguito – la massa senza precedenti di finanziamenti europei a disposizione dell’Italia”. È la “straordinaria occasione di un programma di portata e ambizioni senza precedenti che rappresenta un’opportunità senza precedenti per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, per la realizzazione di fondamentali riforme strutturali nell’ambito di un disegno di revisione complessiva verso un’economia più sostenibile, innovativa e inclusiva”. Riforme strutturali che devono però “rispettare i conti e la sostenibilità del debito”.”Il nostro impegno – ha detto ancora – deve essere di parlare meno di target, milestone e rate in modo astratto, e di più di parlare di quello che tutti insieme stiamo realizzando grazie al piano anche per monitorare e correggere i problemi e le difficoltà che fatalmente emergono”. Il fatto stesso che si tratta di risorse a debito “innalza la responsabilità” affinché siano utilizzate bene, evitando che i risultati attesi siano “compromessi” da frodi e utilizzi non in linea con gli obiettivi. Queste responsabilità “chiamano in campo tutti: sindaci, presidenti di regione, ministri e ovviamente e direttamente anche la Guardia di Finanza quale polizia economico-finanziaria per prevenire e reprimere possibili illeciti utilizzi delle risorse del piano”. LEGGI TUTTO

  • in

    Euro Zona, peggiora la fiducia dei consumatori a gennaio

    (Teleborsa) – Segnali di peggioramento per la fiducia dei consumatori europei a gennaio. La stima flash dell’ultimo sondaggio mensile, condotto dalla Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN), evidenzia che il sentiment dei consumatori nell’eurozona è negativo e si porta a -16 punti rispetto ai -15 di dicembre 2023.Il dato è anche peggiore delle attese del mercato che erano per un livello a -14,3 punti. LEGGI TUTTO

  • in

    ITA-Lufthansa, UE avvia indagine: può ridurre concorrenza su diverse rotte

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita per valutare, a norma del regolamento UE sulle concentrazioni, il progetto di acquisizione del controllo comune di ITA Airways da parte di Deutsche Lufthansa e del ministero italiano dell’Economia e delle finanze (MEF). La Commissione ha espresso “riserve preliminari” in quanto ritiene che l’operazione possa ridurre la concorrenza sul mercato dei servizi di trasporto aereo di passeggeri su diverse rotte a corto e a lungo raggio da e verso l’Italia, si legge in una nota.Le rotte sono la lente della CommissioneIn particolare, la Commissione ha constatato che l’operazione può ridurre la concorrenza sulle rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i paesi dell’Europa centrale (su alcune di queste rotte le due compagnie hanno concorrenza limitata da parte di altre compagnie aeree, soprattutto vettori low cost, come Ryanair, che in molti casi operano da aeroporti più difficilmente raggiungibili. Inoltre, per quanto riguarda le rotte a lungo raggio tra l’Italia e l’America settentrionale, la Commissione valuterà inoltre se, dopo la fusione, le attività di ITA, Lufthansa e dei partner della sua joint venture (United Airlines e Air Canada) debbano essere trattate come attività di un’unica entità.Viene anche segnalato che l’operazione potrebbe ridurre la concorrenza su alcune rotte a lungo raggio tra l’Italia e gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e l’India perché ITA, Lufthansa o i partner della joint venture di Lufthansa sono in stretta concorrenza tra loro con pratici voli diretti e siti aeroportuali di facile accesso e, presumibilmente, altre compagnie aeree potranno esercitare una limitata pressione concorrenziale con collegamenti attraenti.La possibile posizione dominante a LinateSecondo la Commissione, l’operazione potrebbe dar luogo a una posizione dominante di ITA nell’aeroporto di Milano Linate, o rafforzarla, rendendo più difficile per i concorrenti fornire servizi di trasporto aereo di passeggeri da e verso Milano Linate. Infine, la Commissione esaminerà inoltre le possibili ripercussioni negative su rotte per le quali altre compagnie aeree fanno affidamento sulla rete nazionale e a corto raggio di ITA per operare i propri voli, con un impatto possibile sui loro servizi verso destinazioni internazionali servite anche da Lufthansa.Le tempistiche dell’indagine L’operazione è stata notificata alla Commissione il 30 novembre 2023. L’8 gennaio 2024 Lufthansa ha presentato una serie di impegni per rispondere ad alcune delle riserve preliminari della Commissione. Tuttavia questi impegni “sono risultati insufficienti, sia per portata che efficacia, ad eliminare le riserve della Commissione, che non li ha quindi sottoposti a verifica con i partecipanti al mercato”, si legge nella nota.La Commissione dispone ora di 90 giorni lavorativi, quindi fino al 6 giugno 2024, per adottare una decisione. L’avvio di un’indagine approfondita non pregiudica l’esito del procedimento.Il commento di Vestager”Con l’avvio dell’indagine approfondita intendiamo valutare più nel dettaglio l’operazione e garantire che l’acquisizione di ITA non riduca la concorrenza nel settore del traffico a corto e a lungo raggio e non comporti un aumento dei prezzi, una minore disponibilità o una qualità inferiore dei servizi di trasporto aereo di passeggeri da e verso l’Italia”, ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva della Commissione UE e responsabile per la Concorrenza. LEGGI TUTTO

  • in

    Mercato immobiliare europeo, Scope: rischio sistemico rimane elevato

    (Teleborsa) – Fondamentali economici deboli, leva finanziaria elevata e tassi di interesse elevati hanno messo a dura prova l’accessibilità degli alloggi e hanno il “potenziale per scatenare un rischio sistemico” nel mercato immobiliare europeo. Lo afferma Scope Ratings in un report sul tema, evidenziando che le misure macroprudenziali possono aiutare ad attenuare i rischi, ma queste differiscono in tutta Europa. In particolare, la Germania potrebbe finalmente vedere misure basate sui mutuatari, ma queste dovranno essere attentamente calibrate per evitare di limitare ulteriormente l’offerta immobiliare.”Nonostante i progressi verso l’armonizzazione in tutta Europa, le differenze nei mercati ipotecari nazionali sono sorprendenti – ha affermato Mathias Pleissner, deputy head of covered bonds presso Scope – Abbiamo identificato i paesi che riteniamo abbiano una maggiore propensione al rischio sistemico derivante dalle caratteristiche dei mercati dei mutui residenziali. I fattori di rischio sistemico evidenziano debolezze intrinseche guidate dalla struttura del mercato ipotecario di un paese. Laddove il mercato ipotecario di un paese è esposto a un elevato indebitamento e leva finanziaria, nonché a una combinazione di erogazione di prestiti sensibili al tasso e crescita insostenibile dei prezzi delle case, questi potrebbero avere un effetto esagerato sulla società di quel paese”.Secondo Scope, sono Svezia, Paesi Bassi e Norvegia i paesi ad alto rischio. Svizzera e Austria sarebbero colpite meno a livello sistemico dalle turbolenze sui mutui poiché hanno bassi tassi di occupazione da parte dei proprietari e una leva debitoria inferiore alla media.”Oltre agli aumenti dei tassi, il rischio sistemico che colpisce le famiglie è determinato anche dall’andamento dei prezzi delle case. Le famiglie sono maggiormente esposte laddove i prezzi delle case sono sopravvalutati – ha spiegato Pleissner – Non esiste un modo semplice per valutare il grado di sopravvalutazione di un mercato, anche se per i paesi sviluppati la crescita a lungo termine dei prezzi immobiliari non dovrebbe superare in modo significativo la crescita economica”.Secondo questo parametro, la crescita dei prezzi delle case in Austria, Norvegia e Lussemburgo è stata pari a sette volte la crescita media annua del PIL reale per oltre un decennio. Per Svizzera e Portogallo il multiplo è cinque volte; per Francia e Svezia quattro volte. LEGGI TUTTO