Gennaio 2024

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    Wall Street poco mossa in attesa di Fed e trimestrali big tech

    (Teleborsa) – Seduta poco mossa per Wall Street, con l’attenzione degli investitori rivolta alla prossima riunione della Federal Reserve. Il FOMC del 30-31 gennaio potrebbe avere un esito simile alla recente riunione della BCE, con tassi invariati e un approccio “riunione per riunione”. Sarà attentamente seguita la conferenza stampa del presidente Jerome Powell per avere indizi sulle prospettive dei tassi nel breve termine.Sul fronte macroeconomico, venerdì è previsto l’atteso rapporto mensile sugli occupati: l’employment report di gennaio dovrebbe evidenziare una moderazione nel ritmo di creazione di nuovi occupati non agricoli a 177 mila unità (da 216 mila a dicembre). Il dato sarà preceduto, martedì, dal rapporto sulle buste paga del settore privato e, giovedì, dai dati settimanali sulle richieste iniziali di disoccupazione.Prosegue intanto la stagione delle trimestrali e questa settimana il 19% delle società dell’indice S&P 500 riporteranno gli utili, inclusi cinque dei “magnifici sette” titoli tecnologici: Alphabet e Microsoft martedì, seguiti da Apple e Amazon giovedì, con Meta Platforms che chiuderà la settimana di venerdì.Sono attesi risultati societari anche da importanti nomi di altri settori: Kraft, Pfizer, Boeing, General Motors, Mastercard, Honeywell, Merck, Bristol-Myers Squibb, Chevron, Exxon Mobil.Oggi, SoFi Technologies ha comunicato di aver registrato un utile per azione nel quarto trimestre (rispetto a una perdita un anno prima) e BYD ha detto che l’utile netto 2023 è balzato a 29-31 miliardi di yuan.Guardando ai principali indici, il Dow Jones si attesta a 38.125 punti; sulla stessa linea, si muove intorno alla parità l’S&P-500, che continua la giornata a 4.893 punti. In frazionale progresso il Nasdaq 100 (+0,23%); senza direzione l’S&P 100 (+0,1%). LEGGI TUTTO

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    Giorgetti: per MEF attenzione ad Africa è “già realtà”

    (Teleborsa) – Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze l’attenzione verso l’Africa “è già una realtà”. Lo ha affermato il responsabile del Dicastero, Giancalo Giorgetti, nel suo intervento al vertice Italia-Africa. Il Mef, ha spiegato Giorgetti “cura molti aspetti” tra cui le infrastrutture, in termini di “reti energetiche, trasporti e connettività digitale come il cavo sottomarini ELMED che connette l’Italia alla Tunisia. Le infrastrutture sono un ingrediente chiave per il successo dell’area di libera scambio africana”. I paesi africani, ha sottolineato Giorgetti “hanno un enorme potenziale e hanno bisogno di accedere alle catene del valore regionali e globali. Questo richiede un nuovo modello di partnership con investitori e paesi stranieri. L’Italia è qui per questo e questo è ciò che concretamente offre il Piano Mattei”.Nello stesso ambito si colloca “sostegno italiano all’iniziativa Resilient and Inclusive Supply-chain Enhancement (RISE), lanciata su iniziativa del G7 con la Banca Mondiale”. Giorgetti ha soiegato che il RISE “colma i divari di sviluppo nelle catene di fornitura con particolare attenzione ai materiali critici e alle tecnologie energetiche pulite”. “Durante la nostra Presidenza del G7 – ha concluso Giorgetti – lavoreremo per migliorare la diversificazione delle catene di approvvigionamento e di produzione”.Il Ministro ha ribadito un messaggio già sottolineato dalla Presidente del Consiglio Meloni ossia che “la Presidenza del G7 l’Africa è una priorità assoluta”. Giorgetti ha ricordato che c’è una una tavola rotonda ministeriale dei Paesi G7 con i partner africani agli incontri annuali della Banca Mondiale e del fondo Fondo Monetario il prossimo ottobre. “Molti filoni di lavoro – ha aggiunto – sono la prevenzione di crisi del debito, infrastrutture verdi, contrasto ai cambiamenti climatici, preparazione sanitaria/pandemica”. Oltre a questo “proseguiremo il dibattito sulle riforme delle Banche Multilaterali di Sviluppo sostenendo le situazioni di fragilità, per agire circostanze e instabilità”.”Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi provengono dal Fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo”, ha sottolineato la presidente del Consiglio Meloni prendendo la parola in Senato. “Siamo consapevoli di quanto il destino dei nostri continenti sia interconnesso e che è possibile immaginare e scrivere una pagina nuova nelle nostre relazioni, una cooperazione da pari a pari, lontana da ogni tentazione predatoria e approccio caritatevole”, ha aggiunto Meloni che ha parlato di “un piano così ambizioso non potrà funzionare senza il coinvolgimento di tutto il sistema-Paese nel suo complesso, a partire dalla cooperazione allo sviluppo e dal settore privato che è fondamentale coinvolgere nella nostra strategia”. LEGGI TUTTO

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    Eni ottiene certificazione ISO 3730:2021 del Sistema di Gestione della Compliance

    (Teleborsa) – A esito di un articolato processo valutativo che ha visto un ampio coinvolgimento delle strutture aziendali attraverso interviste e analisi documentali, Eni ha ottenuto da RINA Services, società leader nella certificazione in Italia, la certificazione ISO 37301:2021 del proprio Sistema di Gestione della Compliance. Eni – sottolinea la società in una nota – è tra le prime realtà italiane a ottenere la certificazione ISO 37301:2021 a conferma della solidità del modello di compliance integrata adottato dalla società, che consente di gestire i rischi dicompliance in maniera efficace e strutturata, garantendo la conformità dei propri processi alle normative vigenti e la centralità del successo sostenibile come elemento cardine della strategia.La norma ISO 37301:2021, infatti, non solo specifica i requisiti per un efficace Sistema di Gestione della Compliance all’interno di un’organizzazione, ma intende anche contribuire a tre importanti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: Lavoro dignitoso e crescita economica, Città e comunità sostenibili, Pace, giustizia e istituzioni forti.”La certificazione – ha dichiarato Luca Franceschini, direttore Compliance Integrata di Eni – rappresenta un ulteriore riconoscimento dell’impegno di Eni nel promuovere e diffondere una cultura della compliance, che orienti i comportamenti e la gestione del business al rispetto dei valori di integrità, correttezza, trasparenza e sostenibilità. Questo importante risultato si inserisce in un percorso di valorizzazione dei temi etici e di conformità fortemente voluto dai vertici aziendali nel corso degli anni, che ha portato, dapprima, alla costituzione, alle dirette dipendenze del CEO, di una funzione di compliance integrata, indipendente e focalizzata esclusivamente sui temi di etici e di conformità, e, da ultimo, alla ridefinizione del Codice Etico in chiave di carta valoriale per guidare le persone nei propri comportamenti verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali nel rispetto dei principi di integrità e trasparenza”.La certificazione ISO 37301:2021 si aggiunge a quella di conformità del Compliance Program Anti-Corruzione di Eni alla norma ISO 37001:2016, ottenuta da Eni, prima società italiana, fin dal 2017 e da allora periodicamente rinnovata. LEGGI TUTTO

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    Private capital, AIFI: mercato profondamente cambiato, crescono player esteri

    (Teleborsa) – Il mercato italiano del private capital, negli ultimi anni, è “profondamente cambiato” e sono cresciuti gli operatori internazionali che hanno sede in Italia e che investono anche insieme ai fondi domestici, a testimonianza di “un sempre maggior interesse per il nostro mercato”. Lo afferma AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), dopo una riunione del consiglio direttivo che ha fatto il punto sui dati relativi alla compagine associativa e alla attività di investimento dei soci.”Il mondo del private capital sta mutando sia per la nazionalità di provenienza, sia per le forme e i modi in cui investe”, viene osservato.Dalla mappatura realizzata da AIFI, a inizio 2024 sono 175 i soci, operatori di private capital (+36% rispetto al 2010, +70% rispetto al 2016) di cui 56 internazionali (32%; nel 2010 erano 23, pari al 19%) e 119 domestici. L’analisi per dimensioni mette in evidenza come la maggior parte degli operatori domestici presenti dimensioni ridotte, con meno di 100 milioni di euro in gestione e si focalizzi sul segmento del mid market.La dimensione della maggior parte degli operatori domestici e la loro concentrazione sul territorio sono fattori che consentono di essere più vicini alle PMI italiane, coerentemente con la struttura del sistema paese costituito da un tessuto produttivo di ridotte dimensioni. “Proprio per questo è necessario che la regolazione abbia criteri di proporzionalità per consentire anche a operatori di dimensioni minori di essere in linea con la propria missione”, afferma AIFI. Guardando agli operatori internazionali, la Francia è il Paese con il maggior numero di investitori presenti sul nostro territorio; sono infatti 14 per un peso pari al 25%: una netta inversione di tendenza rispetto al 2010 quando la matrice degli operatori era in prevalenza anglosassone. Sul fronte dell’attività, tra i soci AIFI, circa la metà è specializzato in una singola attività, che può essere di private equity, private debt, venture capital, turnaround o infrastrutture; oltre il 40% dei soci svolge differenti attività di private capital, unendo private equity, venture capital o private debt; altri si configurano come vera e propria piattaforma multi-asset, per rispondere ad esigenze differenti e sempre più articolate delle imprese. Negli ultimi tre anni, dal 2020 al 2022, i soci AIFI hanno investito complessivamente oltre 35 miliardi nel mercato italiano del private capital, di cui 20 sono relativi all’attività di soggetti internazionali.”Considerato il peso crescente degli operatori internazionali, assume sempre maggior rilevanza disporre di normative capaci di consentire piena operatività agli operatori internazionali che svolgono un ruolo di rilievo nel nostro paese – dichiara Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI – In questo senso, il riconoscimento ottenuto in termini di chiarezza sul concetto di stabile organizzazione, richiesto anche da AIFI, contribuirà a dare maggiore certezza sull’attività di investimento. Stiamo attendendo la pubblicazione del decreto attuativo sul tema, uscito già in consultazione”. LEGGI TUTTO

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    BYD, utile netto 2023 balza a 29-31 miliardi di yuan

    (Teleborsa) – BYD, primario produttore cinese di veicoli elettrici, prevede un utile netto per l’intero 2023 compreso tra 29 e 31 miliardi di yuan (3,73-3,99 miliardi di euro), con un aumento del 74,46-86,49% rispetto all’anno precedente.”Nel 2023, il settore dei veicoli a nuova energia ha continuato a mantenere una rapida crescita e il volume delle vendite dei veicoli a nuova energia della società ha raggiunto un livello record, rafforzando ulteriormente la sua posizione di leader nel mercato globale in termini di volume di vendite di veicoli”, si legge in una nota. “Nonostante la concorrenza sempre più agguerrita nel settore, la società ha ottenuto un miglioramento significativo della redditività e ha dimostrato una forte resilienza in virtù del continuo miglioramento del potere del marchio, della rapida crescita del volume delle vendite all’estero, del vantaggio di scala in continua espansione e della forte capacità di controllo dei costi nella catena industriale”, viene sottolineato.(Foto: Joshua Fernandez on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Banca Ifis, Equita si aspetta che supererà la guidance 2023 sull’utile

    (Teleborsa) – Equita ha confermato target price (a 21,50 euro per azione) e raccomandazione (Hold) su Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, in vista della pubblicazione dei risultati per il quarto trimestre (prevista il prossimo 8 febbraio).Gli analisti si aspettano un buon trimestre per la banca, che dovrebbe essere in grado di superare la guidance sul FY23 di utile netto pari a 160 milioni di euro. Inoltre, stimano una dinamica dell’NII positiva su base trimestrale, sostenuta da volumi nel factoring resilienti e dalla stagionalità favorevole della divisione NPL (che dovrebbe beneficiare anche dall’iniziale contributo di Revalea) in parte compensati dall’aumento del costo del funding.Il broker ha rivisto marginalmente le stime 2024-25 per incorporare un leggero aumento del costo del funding e maggiore inflazione lato costi in seguito al rinnovo del contratto bancario. Sul 2024-25 ora stimano un utile netto pari rispettivamente a 169-176 milioni di euro (da 172-180 milioni di euro), senza assumere alcun rilascio di overlays. Il titolo tratta a un P/E 2024 pari a 5x, con un dividend yield in area 14%. LEGGI TUTTO

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    Encyclopaedia Britannica annuncia IPO negli Stati Uniti

    (Teleborsa) – Encyclopaedia Britannica (Britannica Group) ha presentato in via confidenziale alla Securities and Exchange Commission (SEC) i documenti relativi a un’offerta pubblica iniziale (IPO) negli Stati Uniti.Il numero di azioni che saranno offerte da Britannica Group e Encyclopaedia Britannica Holding, S.A., unico azionista di Britannica Group, – oltre che la fascia di prezzo per l’offerta proposta – non sono ancora stati determinati, si legge in una nota. Si prevede che l’offerta pubblica iniziale avrà luogo dopo che la SEC avrà completato il processo di revisione, e rimane soggetta alle condizioni di mercato e ad altre condizioni.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Flutter intende spostare quotazione primaria a New York da Londra

    (Teleborsa) – Flutter Entertainment, colosso del gaming e delle scommesse sportive, proporrà di spostare la quotazione primaria delle sue azioni da Londra a New York in occasione dell’assemblea generale annuale di maggio. Previa approvazione degli azionisti, si prevede che la transizione diventi effettiva tra la fine del secondo trimestre e l’inizio del terzo trimestre.Intanto, da oggi le azioni Flutter sono quotate anche sul New York Stock Exchange (NYSE), mentre è cessato il secondary listing su Euronext Dublin. Ad oggi, Flutter mantiene il suo premium listing sul London Stock Exchange. Le azioni di Flutter sono negoziate sul NYSE con il ticker “FLUT” e sul LSE con il ticker esistente “FLTR”.Come delineato nel febbraio 2023, il board ritiene che la quotazione sul NYSE sbloccherà vantaggi strategici e di mercato dei capitali a lungo termine attraverso: miglioramento del profilo del gruppo negli Stati Uniti; migliori possibilità di reclutamento e fidelizzazione dei talenti statunitensi, accesso a mercati dei capitali molto più profondi e a nuovi investitori nazionali statunitensi; maggiore liquidità complessiva nelle azioni Flutter; possibilità di perseguire una quotazione primaria negli Stati Uniti, uno dei criteri per l’accesso a importanti indici statunitensi.”Dal febbraio 2023, il management ha parlato ampiamente con gli investitori statunitensi, esistenti e potenziali, insieme agli azionisti esistenti a livello globale – si legge in una nota – Il feedback ricevuto è stato molto favorevole allo spostamento della quotazione principale di Flutter negli Stati Uniti”. LEGGI TUTTO