(Teleborsa) – L’aumento dei tassi di interesse attraverso una curva dei rendimenti invertita, un fenomeno insolito, è “un forte messaggio da parte degli investitori sulle loro aspettative ribassiste di inflazione e crescita“. Lo afferma Scope Rating in un report sul tema, sottolineando che gli investitori si aspettano sempre più che la BCE mantenga una strategia di tassi di interesse “più alti più a lungo” per frenare l’inflazione, indicando un cambiamento significativo rispetto al paradigma di politica monetaria pre-pandemia.
Più influente per le prospettive fiscali dei paesi dell’area euro è comunque l’aumento complessivo dei tassi di interesse, che ha spostato le curve dei rendimenti verso l’alto negli ultimi due anni. L’agenzia di rating prevede che i pagamenti netti annuali di interessi per Francia, Germania, Italia e Spagna aumenteranno a circa il 5,4% delle entrate delle amministrazioni pubbliche entro il 2028, rispetto al 3,8% nel 2020.
“Ciò esercita una notevole pressione sugli emittenti sovrani dell’area euro, in particolare quelli con un debito elevato e vincoli fiscali strutturali, quando finanziano i deficit di bilancio e gestiscono il debito in scadenza”, si legge nella ricerca.
Scope prevede che l’aumento della Germania sarà relativamente modesto, raggiungendo il 2,1% delle entrate entro il 2028, in aumento di 1,1 punti percentuali rispetto al 2020. La Francia registrerà l’aumento più marcato, raggiungendo il 5,2% delle entrate entro il 2028, in aumento di 2,9 punti percentuali rispetto al 2020. L’Italia, nonostante un aumento moderato di 1,1 punti percentuali nello stesso periodo, si stabilizzerà ad un livello elevato dell’8,2% delle entrate entro il 2028.
Viene comunque osservato che Germania, Francia, Italia e Spagna hanno il vantaggio di economie la cui crescita nominale è superiore al tasso di interesse medio che pagano sul loro debito. Tale differenziale, che probabilmente persisterà per alcuni anni, offre ai governi un certo spazio fiscale in quanto possono stabilizzare il rapporto debito pubblico/PIL senza generare avanzi di bilancio primari. Il differenziale sarà più favorevole in Germania (-2,3% in media nel periodo 2023-2028) e Spagna (-2,0%).
Di conseguenza, nel breve termine, i paesi “possono permettersi un processo di consolidamento fiscale graduale, che eviti un forte impatto sulla crescita”, mentre “l’erogazione dei fondi di ripresa dell’UE offre ai governi una certa flessibilità per gestire le finanze pubbliche e il debito senza mettere a repentaglio la crescita”.