(Teleborsa) – Ha preso il via ieri la 55esima edizione del Vinitaly, il salone dedicato al vino e ai distillati che riunisce a Verona 4mila aziende da trenta Paesi, 25mila operatori provenienti da 130 Paesi, mille top buyer da 68 nazioni, 17 padiglioni occupati per 100mila metri quadrati netti, per celebrare una filiera strategica per il Paese. Con 31,3 miliardi di euro di fatturato, quasi 8 miliardi di export, 530mila aziende e 870 mila addetti, il settore vitivinicolo italiano è, infatti, un asset importante dell’economia italiana. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly e Prometeia il vino italiano rappresenta il campione dell’export made in Italy delle 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), con una bilancia commerciale in attivo di 7,4 miliardi di euro.
Grande l’attenzione delle istituzioni alla manifestazione: oggi alle 11 è attesa la visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Ieri nell’auditorium Verdi sono intervenuti all’evento inaugurale: Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati; Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, Luca Zaia, presidente delle Regione del Veneto; Damiano Tommasi, sindaco di Verona; Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona; Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, il presidente di Simest, Pasquale Salzano, e il presidente di ICE Agenzia, Matteo Zoppas. Presenti al Vinitaly anche Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri, Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Orazio Schillaci, ministro della Salute, e Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy.
“Abbiamo registrato un forte e positivo segnale di unità di intenti tra Veronafiere-Vinitaly e tutto il sistema istituzionale impegnato nell’internazionalizzazione del made in Italy. La presenza così numerosa e qualificata del Governo è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici – ha detto Bricolo, nel corso dell’inaugurazione di Vinitaly –. L’obiettivo ora è costruire insieme una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta: Vinitaly. Il Salone si conferma uno strumento strategico al servizio del made in Italy, facendo di Verona la capitale del sistema-vino nazionale”.
“I numeri della filiera mostrano come il vino nell’arco di un decennio sia diventato saldamente un capitale strategico del prodotto Italia – ha commentato l’ad di Veronafiere, Maurizio Danese –. Per questo ora dobbiamo puntare a intensificare e accelerare una progettualità per rendere Vinitaly un brand ancora più efficace sullo scacchiere della domanda internazionale del nostro vino, con l’obiettivo di incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero e il presidio permanente sui mercati globali: la prossima frontiera di radicamento del Gruppo Veronafiere, dopo Brasile e Cina, sono gli Stati Uniti, in Occidente, il Giappone e la Corea del Sud nel Far East”.