(Teleborsa) – Nonostante il flop del lancio su Twitter della campagna presidenziale Usa 2024 di Ron DeSantis i donatori non si sono scoraggiati: il governatore della Florida ha raccolto 8,2 milioni di dollari nelle prime 24 ore, di cui un milione in una sola ora. Una cifra, comprendente contributi online e soldi di grandi donatori, superiore ai 6,3 milioni di dollari raccolti da Joe Biden nel primo giorno della sua candidatura del 2019.
Per formalizzare l’annuncio della corsa per la nomination dei Repubblicani alle presidenziali Usa del 2024 DeSantis ha scelto una diretta Twitter con Elon Musk che è stata, tuttavia, oggetto di diversi problemi tecnici. Una diretta “solo audio”, con schermo nero, iniziata con ben 26 minuti di ritardo, che si è interrotta più volte scatenando così gli attacchi suoi social media con l’hashtag #Desaster diventato virale in pochi minuti. Alla base dei problemi ci potrebbero essere le troppe richieste visti gli oltre 400mila utenti connessi, secondo le stime.
“Sappiamo che il nostro Paese sta andando nella direzione sbagliata – ha esordito DeSantis –. Il nostro presidente, non ha vigore, annaspa di fronte alle sfide della nostra nazione”. Nessun attacco invece all’ex presidente Donald Trump, suo principale rivale nella nomination repubblicana. Il governatore 44enne ultraconservatore è riuscito poi a parlare dopo circa mezz’ora di caos. A fare da host è stato l’imprenditore digitale e padrone di casa Elon Musk, il quale avrebbe sottolineato che il “massiccio numero di utenti online” avrebbero causato problemi ai server. Secondo gli organizzatori di DeSantis, alla diretta si sarebbe connesso un milione di persone in un’ora. La campagna del governatore ha cercato di mettere una pezza presentando il fallimento come “l’evento che ha mandato in tilt internet”. “Abbiamo avuto un’audience enorme, la più grande. Ha travolto Twitter Space, siamo davvero felici di questo entusiasmo”, ha dichiarato DeSantis.
Il team di Biden per capitalizzare il disguido tecnico ha postato un tweet ironico con la scritta: “Questo link funziona”. A sua volta Trump sulla piattaforma Truth ha scritto: “Il mio pulsante rosso è più grande, migliore, più forte e sta funzionando”, riferendosi anche al gioco di parole fatto in passato con il leader nordcoreano Kim Jong Un.
Il programma di DeSantis, a parte i suoi cavalli di battaglia come la guerra contro Disney, sembra ancora piuttosto vago, “un trumpismo senza il bagaglio pesante e il caos di Trump”, secondo gli analisti, ma senza elementi di novità. “Il muro al confine con il Messico lo faremo, mobiliteremo tutte le risorse per farlo”, ha detto DeSantis rivolgendo una stoccata al suo rivale interno e ribadendo che sull’immigrazione il suo pugno sarà durissimo. “Nessuno ha il diritto di arrivare nel nostro Paese illegalmente”, ha minacciato il governatore che da mesi sfrutta la disperazione di centinaia di persone per attaccare Biden.
Su temi delicati come le sue politiche sull’istruzione e la censura di alcuni testi anti-razzisti o Lgbtq+ DeSantis ha risposto che “in Florida nessun libro è vietato”. Ma è sulla politica estera che il veterano dell’Iraq ha mostrato più esitazione, al di là dell’individuare nella Cina “la maggiore minaccia geopolitica”. Sull’Ucraina si è limitato a dire di non voler un allargamento del conflitto e tantomeno un coinvolgimento delle truppe americane. Troppo approssimativo per un futuro inquilino della Casa Bianca tanto che, in un lungo editoriale, pur dichiarando il suo endorsement il Wall Street Journal esorta il 44enne a prendere una posizione più netta sul conflitto. “Una grande preoccupazione rispetto a DeSantis è il fatto che sia rimasto alla finestra di fronte alla guerra della Russia contro l’Ucraina”, si legge nell’articolo che ricorda che una volta, parlando con Fox News, la definì “una disputa territoriale”. Il quotidiano di Rupert Murdoch, che da tempo ha scaricato Trump, appoggia il governatore ma invita ad allargare la sua visione e a prendere spunto dall’autoironia di Ronald Reagan, se vuole vincere.