(Teleborsa) – “Nei prossimi mesi sappiamo che dobbiamo fare i conti con un contesto di rallentamento economico, ma non di recessione, e sappiamo che in questo contesto di rallentamento utilizzare le risorse comuni è molto importante”. Lo ha detto il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, nel corso del suo intervento a una lezione sull’Europa all’Università Cattolica di Milano. “Questo è importante in tutti i paesi europei e in particolare in paesi come Italia e Spagna che hanno avuto un volume maggiore di contributo di fondi comuni e il successo dei piani nazionali determina l’esito positivo o negativo dell’operazione in Europa”.
“Nelle regole noi siamo bravissimi, i migliori tecnocrati”, ha detto ancora Gentiloni. “Bisogna impegnarsi in politiche industriali comuni, che dopo il 2026 hanno bisogno di fondi comuni: se non siamo in gradi di finanziare con fondi comuni obiettivi comuni, e pensiamo di cavarcela solo con il modello regolatorio, rischiamo di restare indietro”.
“In Ucraina e in Israele sembra avverarsi quella frase di Papa Francesco di una decina di anni fa, quando parlò di una possibile nuova guerra mondiale a pezzetti. Siamo dentro a un contesto che evoca quella preoccupazione”.
“Siamo in settimane terribili, nelle quali in seguito all’attacco di terroristi di Hamas a Israele, è stato rievocato l’11 settembre”, ha sottolineato Gentiloni. “Penso che sia interessante partire da quell’11 settembre perché ha segnato uno squarcio: abbiamo vissuto dal crollo del muro di Berlino all’attentato delle Torri un secondo decennio di belle epoque. La prima sfociò con la prima guerra mondiale e può darsi che quel decennio sia l’anticipatore di una situazione gravissima come quella che stiamo attraversando”. “Quella belle epoque è finita, la storia si è presa la sua rivincita, adesso ci troviamo di fronte a una grandissima accelerazione della storia e l’Europa deve interrogarsi con questa accelerazione”, ha concluso.
“L’Europa protagonista è una Europa che pensa un po’ più in verticale”, ha detto ancora Gentiloni nella sua lezione. “Noi abbiamo pensato molto in orizzontale, e io stesso lo trovavo giusto, nel senso che ci siamo preoccupati molto del sostengo all’Ucraina e della minaccia della Russia di Putin, però dobbiamo sapere che il nostro futuro si proietta su una dimensione che riguarda il Mediterraneo, i paesi del Golfo e l’Africa”. “Lì il ruolo geopolitico della Ue potrà essere fondamentale, lì si svolge la nostra competizione con la Cina, lì si gioca la partita in termini demografici e sociale. La vicinanza con l’Africa è una minaccia o una straordinaria risorsa? Io sono convinto che sia una straordinaria risorsa ma serve una Europa protagonista per poterla valorizzare”.