(Teleborsa) – La Commissione europea ha proposto di rivedere le norme che riguardano la commercializzazione di una serie di prodotti agroalimentari, quali frutta e verdura, succhi e confetture di frutta, miele, pollame o uova, con l’obiettivo di aiutare i consumatori a operare “scelte informate per una dieta più sana e contribuire a prevenire gli sprechi alimentari”.
Tra le proposte, c’è quella che riguarda l’etichettatura di origine, con norme più chiare e obbligatorie per miele, frutta a guscio e frutta secca, banane mature, nonché frutta e verdura rifilate, trasformate e tagliate (come le foglie di insalata confezionate). In caso di miscele, occorrerà riportare sull’etichetta il o i paesi di origine.
In tema di sprechi alimentari le revisioni proposte riguardano sia i rifiuti alimentari che quelli di imballaggio. Ad esempio, per gli ortofrutticoli esteticamente meno attraenti (con difetti esterni, ma comunque adatti al consumo locale/diretto) venduti a livello locale e direttamente dai produttori ai consumatori è prevista una deroga dalle norme di commercializzazione.
Per confetture e marmellate, il contenuto di frutta sarà portato da 350 a 450 grammi minimi (550 per i prodotti di alta qualità) per chilogrammo di prodotto finito. Con l’aumento del contenuto di frutta, ai consumatori verrebbe offerto un prodotto con meno zuccheri liberi e una quantità di frutta superiore a quella attuale.
I succhi di frutta potranno recare la menzione “senza zuccheri aggiunti” per chiarire che, contrariamente ai nettari di frutta, i succhi non possono per definizione contenere zuccheri aggiunti, una caratteristica di cui la maggior parte dei consumatori non è a conoscenza
“Le norme di commercializzazione sono la lingua comune tra i consumatori e gli operatori per sapere cosa viene commercializzato e per garantire una concorrenza leale per tutti nell’UE – ha commentato Janusz Wojciechowski, commissario per l’Agricoltura – Così come ogni lingua evolve nel corso del tempo, cambiano anche le esigenze e le abitudini di tutti i protagonisti della filiera alimentare. Vogliamo migliorare la trasparenza dei prodotti venduti ai consumatori e ridurre gli sprechi alimentari, valorizzando nel contempo metodi di produzione ancora più sostenibili e più sani per i produttori”.
Alcune proposte sono aperte al riscontro del pubblico per un mese, per poi essere sottoposte all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio.