(Teleborsa) – E’ andato in scena la scorsa notte il teatrino dell’arresto di Donald Trump: l’ex Presidente americano si è costituito presso il carcere della Contea di Fulton, ad Atlanta, perché accusato di aver tentato di modificare il risultato delle elezioni in Georgia nel 2020. Si tratta solo di una delle quattro accuse rivolte a Trump. Le altre hanno a che fare con l’assalto a Capitol Hill, di cui il tycoon sarebbe l’ispiratore, l’accusa di aver trafugato documenti top secret del Pentagono a Mar-a-Lago e quella di aver tentato di corrompere la pornostar Stormy Daniels per il suo silenzio su abusi sessuali.
Trump è stato regolarmente schedato, con l’assegnazione del numero di matricola “P01135809”, gli è stata scattata la foto segnaletica di routine, come un comune criminale, e poi è stato rilasciato su cauzione, pagando la cifra di 200mila dollari patteggiata dai suoi avvocati. Immagini che resteranno nella storia perchè è la prima volta che un ex Presidente degli Stati Uniti finisce in carcere.
Per l’accusa di turbativa elettorale, l’indagine è stata portata avanti dal procuratore distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis, in seguito alla pubblicazione di una intercettazione telefonica in cui Trump suggeriva all’allora segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger, di trovare 11.780 voti per superare quelli di Biden. Il prossimo 5 settembre il tycoon dovrà presentarsi in Tribunale per una nuova udienza e dichiararsi colpevole o non colpevole, mentre il 23 ottobre è in calendario il primo processo ad uno dei 18 co-imputati assieme a Trump.
Dopo la “carcerazione” Trump è apparso ironicamente su X, per la prima volta dopo due anni di assenza, postando la sua “foto segnaletica” sotto cui è scritto “Interferenza elettorale. Mai arrendersi!”.