(Teleborsa) – Ai commenti di vari funzionari della Federal Reserve che fanno presagire una politica più aggressiva sui tassi di interesse americani si aggiungono le previsioni di altre manovre restrittive da parte degli economisti di e (BofA)
Gli ultimi dati macroeconomici hanno mostrato che l’inflazione permane forte, smorzando dunque le speranze che i tassi potessero scendere nei prossimi mesi. I prezzi alla produzione sono aumentati a gennaio, mentre un rapporto del Dipartimento del lavoro ha mostrato che il numero di americani che presentano nuove richieste di sussidi di disoccupazione è diminuito inaspettatamente la scorsa settimana.
Goldman Sachs e Bank of America ora si aspettano che la Fed aumenti il costo del denaro altre tre volte, quest’anno, rivedendo al rialzo le loro stime, alla luce dei dati che hanno indicato un’inflazione persistente ed un mercato del lavoro resiliente.
“Alla luce della crescita più forte e delle notizie sull’inflazione più solide, stiamo aggiungendo un aumento del tasso di 25 pb (punti base) a giugno alle nostre previsioni della Fed, per un tasso massimo sui fondi del 5,25%-5,5%”, hanno spiegato gli economisti di Goldman Sachs guidati da Jan Hatzius.
Nel frattempo, i mercati monetari stanno attualmente scontando un tasso terminale del 5,3% entro luglio.
Anche BofA Global Research prevede un aumento di 25 punti base nella riunione di giugno della Fed, spingendo il tasso terminale fino a un intervallo compreso tra 5,25% e 5,5%. In precedenza aveva previsto due aumenti dei tassi di 25 punti base ciascuno nelle riunioni di marzo e maggio.
“L’inflazione in ripresa e i solidi guadagni occupazionali significano che i rischi per questa prospettiva (solo due aumenti dei tassi di interesse) sono troppo unilaterali”, sottolinea BofA in una nota.