(Teleborsa) – La banca centrale turca cambia rotta e, sotto l’egida del nuovo governatore, la donna d’affari Hafize Gaye Erkan, ha inaugurato una nuova politica di austerità quasi “dovuta” nel tentativo di recuperare credibilità dinanzi alla comunità finanziaria internazionale e sconfiggere l’inflazione che galoppa.
Il Comitato di politica monetaria, riunitosi oggi, ha quindi deciso di aumentare il tasso d’interesse di riferimento al 15%, quasi raddoppiato rispetto all’8,5% precedente. La decisione di avviare un processo di inasprimento monetario è stata presa al fine di avviare quanto prima un percorso di disinflazione, ancorare le aspettative di inflazione e monitorare le variazioni dei prezzi.
“Sebbene l’inflazione nel mondo sia in rallentamento, tuttavia rimane ben al di sopra della media di lungo termine. Di conseguenza, le banche centrali di tutto il mondo continuano ad adottare misure per ridurre l’inflazione“, sottolinea lo statement, proseguendo “nel nostro Paese, recenti indicatori segnalano un aumento del trend di fondo dell’inflazione. L’andamento sostenuto della domanda interna, le pressioni sui costi e la viscosità dell’inflazione nel settore dei servizi sono i principali driver. Oltre a questi fattori, il Comitato prevede che un deterioramento sul fronte dei prezzi eserciterà ulteriori pressioni sull’inflazione“.
“Il Comitato fisserà il tasso ufficiale in modo da creare le condizioni monetarie e finanziarie necessarie per garantire un calo dell’inflazione di fondo e per raggiungere l’obiettivo del 5% nel medio termine“, assicura la Banca centrale turca, spiegando che “l’inasprimento monetario sarà rafforzato quanto necessario ed attuato in modo tempestivo e graduale, fino al raggiungimento di un significativo miglioramento delle prospettive di inflazione”.
“Il Comitato continuerà a prendere le sue decisioni in un quadro prevedibile, basato sui dati e trasparente“, assicura la nota al termine della riunione di politica monetaria, rompendo definitivamente con il passato, dal momento che la banca centrale turca sotto la guida del predecessore, Sahap Kavcioglu, aveva perso la sua autonomia decisionale, assoggettandosi al “volere” del Presidente ed attuando una insolita politica espansiva che aveva fatto crollare la lira.