(Teleborsa) – “Vanno trovate soluzioni efficaci per i crediti incagliati che secondo stime ufficiali ammontano ormai a 30 miliardi. Purtroppo quello che temevamo è accaduto: le soluzioni messe in campo, diverse da quelle che avevamo proposto con Abi, sono miseramente fallite. Anzi non sono mai partite. Nel frattempo gli speculatori stanno lucrando sulle spalle di imprese e cittadini ormai estenuati”. Così la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, nella relazione all’assemblea dell’Ance. “Mi chiedo quanto ancora si vuole aspettare prima di intervenire per onorare gli impegni presi – ha aggiunto -. Naturalmente, visti i ritardi accumulati su moltissimi lavori, è assolutamente necessario offrire una proroga al completamento dei cantieri in corso”. “Non stiamo chiedendo concessioni al settore – ha concluso -, ma soluzioni per evitare una marea di fallimenti, contenziosi e disagi per i cittadini”.
Sul superbonus: “al di là dei proclami e dei fanatismi delle opposte fazioni, andrebbe finalmente analizzato con lucidità e buon senso per recuperare gli elementi che hanno funzionato davvero e che possono ancora funzionare in futuro. Per noi è sempre stato chiaro che si trattava di una misura straordinaria con un tempo limitato, nata per rilanciare l’economia in un periodo di gravissima crisi. Non possiamo rinnegare i benefici che questo strumento ha prodotto sulla nostra economia”, sottolinea ancora Brancaccio. “Ci sono stati abusi, anche se molto meno di altri bonus, e il numero delle imprese nate in un anno per approfittare del nuovo business ci deve insegnare che non si può prescindere in futuro da una qualificazione non solo del settore, ma anche del mercato e dalla tutela delle imprese con un’elevata professionalità ed esperienza – ha concluso -. Ripartiamo quindi da un nuovo modello di incentivi fiscali efficaci e sostenibili con un orizzonte di lungo periodo e la giusta dose di risorse pubbliche che vanno previste già nella prossima legge di bilancio”
“Nel biennio 2021-2022 la crescita italiana è stata quasi l’11%, un punto e mezzo sopra alla media Ue e il doppio della Germania. Una crescita che, come ha evidenziato lo stesso Ministero dell’Economia, nella relazione depositata in Parlamento un mese fa, è stata trainata per oltre la metà dal settore delle costruzioni”. “Possiamo dire senza paura di essere smentiti che rimettendo in moto la lunga filiera Made in Italy delle costruzioni si è evitata quella che poteva essere una pesante recessione post pandemica e si è dato vita a un percorso di crescita che non vedevamo da più di un decennio – ha aggiunto -. Ci è toccato, quindi, un compito fondamentale per il nostro futuro. Proprio a noi che a fatica stavamo venendo fuori da una crisi devastante con migliaia di imprese e oltre 600 mila lavoratori persi. Non è stato facile reagire così velocemente, dopo anni di lavori a singhiozzo”
Sul PNRR “non è solo risorse. Alcune riforme attese da anni sono in dirittura d’arrivo. Speriamo non si fermino all’ultimo miglio dei decreti attuativi. Si torna ad aprire cantieri e tante opere ferme da tempo stanno finalmente per essere realizzate”. “È ormai chiaro che la vulgata che vedeva in ritardo le infrastrutture rispetto ad altre voci del Piano era del tutto infondata. La relazione sullo stato di attuazione del Pnrr del Ministro Fitto conferma le nostre analisi e cioè che i cantieri sono quelli che viaggiano più veloci – ha aggiunto -. La spesa nelle costruzioni, anche al netto dei bonus, è infatti al 9%, mentre è al 3% per le altre misure. Ma al di là delle percentuali e delle innegabili criticità nell’attuazione del Piano dobbiamo avere ben chiari i nostri obiettivi”. “In gioco c’è molto di più di scadenze e parametri – ha concluso Brancaccio -. In gioco ci siamo noi, i nostri figli”.