(Teleborsa) – Torna a crescere lo Spread fra il BTP ed il Bund, a testimoniare l’aumento più che proporzionale del BTP italiano rispetto al “più sicuro” Bund tedesco, in una fase tanto delicata quanto critica per il nostro Paese. Il differenziale dei rendimenti fra i titoli di stato italiani e tedeschi, quest’ultimo benchmark di riferimento in Ue, rappresenta un termometro del maggior rischio Paese.
Maggior rischio legato, da un lato, all’approvazione della Nadef ed alla prossima stesura della Manovra, che si rivelerà piuttosto complessa a causa della carenza di risorse, dall’altro agli attriti che si intravedono in seno alla maggioranza, anche in relazione alla questione del Ponte di Messina preteso da Salvini.
E così, mentre il rendimento del BTP a 10 anni sale al 4,87%, quello del Bund tedesco di pari scadenza si assesta al 2,94%, con un allargamento dello Spread a 193 punti. A questi livelli, il differenziale risulta ai massimi da aprile 2022 e si confronta con i circa 150 punti di inizio estate (metà giugno), dopo esser salito, solo nell’ultimo mese, di circa 30 punti.
Ad innescare la crescita dei rendimenti dei titoli di stato in Europa concorre anche la politica monetaria della BCE, che si conferma restrittiva ad oltranza, di riflesso ad un’inflazione che rimane elevata. E certamente la crescita di prezzi dell’energia rischia di far impennare nuovamente la crescita dei prezzi.
Il prezzo del gas naturale da qualche giorno ha ripreso la sua corsa, già in vista dell’inverno, con il prezzo lievitato a 40,96 euro per Mwh, in rialzo del 4,2%, anche a causa dl prolungarsi delle oiperazioni di manutenzione in Norvegia e degli scioperi in Australia, a dispetto dell’alto livello di stoccaggi che hanno già superato il 95%.
Stessa situazione per il petrolio che, a causa della politica dell’Opec Plus, resta vicinissimo ai 100 dollari al barile: oggi il Brent ritraccia a 95,71 USD/b ed il Light crude a 92,38 dollari.,