(Teleborsa) – La presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, Orsola Razzolini, ha certificato che “in coincidenza con la crisi pandemica” si è evidenziata “una riduzione del conflitto. In particolare, si è passati da 1.617 scioperi effettuati nel 2017 a 894 nel 2020 (anno della crisi pandemica), 1.009 nel 2021 e 1.129 nel 2022“. Questi dati sono emersi dalla Relazione annuale presentata a Roma presso la sede dell’Autorità. “I rinnovi del Contratto collettivo nazionale di lavoro costituiscono certamente una delle possibili spiegazioni – seppure non l’unica – della significativa riduzione del conflitto nei settori dell’igiene ambientale, delle telecomunicazioni, delle pulizie e multiservizi”, ha affermato.
“L’emergenza epidemiologica ha costretto tutte (o quasi) le imprese produttive ad una precipitosa conversione verso lo svolgimento del lavoro nella forma del cosiddetto smart working o lavoro agile – ha aggiunto – spingendo in avanti i processi di digitalizzazione già in atto. Questo, da un lato, ha modificato le abitudini dei lavoratori e dei cittadini utenti dei servizi pubblici essenziali, e, dall’altro, ha comportato per le Aziende erogatrici dei servizi un grande impegno nella trasformazione dei processi produttivi e nella rimodulazione dell’offerta commerciale”.
In linea generale, ha scritto la presidente Razzolini, “può confermarsi l’efficacia dell’attività preventiva esercitata da questa Autorità. In questi sei anni, gli adeguamenti alle indicazioni della Commissione e le revoche delle azioni di sciopero susseguenti ad un invito in tal senso si sono attestati su una percentuale del 95%”.
“Non v’e’ dubbio che, in un contesto caratterizzato da un certo tasso di conflittualità e attraversato negli ultimi anni da eventi drammatici e dirompenti come la crisi pandemica, la guerra e l’emergenza inflazionistica – ha proseguito la presidente –, l’efficacia degli interventi preventivi della Commissione, così come il basso ricorso a strumenti sanzionatori, sottendono una consolidata accettazione delle parti sociali della funzione preventiva e regolativa esercitata quotidianamente da questa Autorità”. A tale fine, ha rilevato la presidente, “resta ferma l’importanza di una costante ricerca del coinvolgimento delle parti sociali nelle decisioni di indirizzo adottate dall’Autorità tenendo fede all’ispirazione e all’impostazione di fondo della Legge 146 del 1990”.
Razzolini ha poi evidenziato l’ondata di scioperi che ha caratterizzato l’Europa negli ultimi mesi. La presidente ha spiegato il fenomeno citando tre fattori: crisi energetica, incertezza economica, inflazione e conseguente aumento del costo della vita. “Ondata che, tuttavia, ha colpito solo parzialmente il nostro Paese”, ha sottolineato.
“I fortissimi disagi che ne sono conseguiti per i cittadini – ha evidenziato la presidente – hanno inevitabilmente innescato, a livello europeo, un dibattito pubblico sull’esigenza di una maggiore regolamentazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali“. “Le peculiarità del quadro normativo italiano” e “il sistema di tutele approntato contribuiscono a spiegare”, inoltre, “perché in Italia, a differenza che in altri Paesi europei, tra gli effetti di uno sciopero non possa annoverarsi la totale compromissione del servizio pubblico essenziale erogato”.