(Teleborsa) – Nel negoziato sulla riforma del Patto di stabilità al Consiglio Ue l’ultima idea di compromesso circolata in vista dell’Ecofin del 7 dicembre prevede un taglio del debito annuo dell’1% del Pil per i Paesi più indebitati, da iniziare già durante il primo piano di spesa e subito dopo l’aggiustamento per riportare il deficit entro il 3%.
Lo apprende l’Ansa che cita fonti vicine alla trattativa spiegando che “obiettivo di salvaguardia sul deficit, orizzonte a cui puntare una volta completato l’aggiustamento sul deficit e posto il debito in un percorso plausibilmente discendente, è indicato all’1,5% del PIL”.
Proprio nelle scorse ore, era arrivato il monito della BCE: ” un mancato accordo dei Paesi Ue sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita “potrebbe creare più incertezza che potrebbe portare a ulteriori aumenti di rendimenti e differenziali (spread), specialmente nei paese che non riescono a tenersi in linea con le regole del Patto”, ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos nella conferenza stampa di presentazione del Rapporto sulla stabilità finanziaria.
“La riforma del Patto di stabilità “è in fase di elaborazione da anni, ma sono ottimista sul fatto che Stati membri raggiungano un compromesso entro la fine dell’anno, come si sono impegnati a fare”.
Ha sempre professato moderato ottimismo, il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni che in più occasione ha spiegato come “il Consiglio Ecofin ha segnato un significativo passo avanti in questo senso. La Commissione continuerà a lavorare per agevolare un buon compromesso che preservi sia gli obiettivi chiave sia il delicato equilibrio della nostra proposta”, aveva detto intervenendo alla Conferenza annuale sulla ricerca a Bruxelles.
“Uno dei principali obiettivi di questa riforma è garantire che, in futuro, le finanze pubbliche possano bilanciare la necessità di assicurare la sostenibilità fiscale con l’imperativo di mantenere livelli più elevati di investimenti per la crescita”, ha spiegato Gentiloni.