(Teleborsa) – Far partire la branch locale, fornire un IBAN italiano per permettere di utilizzare il conto per l’accredito dello stipendio e le domiciliazioni, e iniziare a fornire a questi clienti anche prodotti di credito come i prestiti personali. Sono i prossimi obbiettivi per l’Italia della fintech britannica Revolut, che ha oltre 35 milioni di clienti nel mondo e 1,5 milioni nel nostro Paese, secondo quanto ha raccontato a Teleborsa Maurizio Talarico, che ha assunto oggi il ruolo di Head of Branch e Head of Lending per il mercato italiano.
Quelli sopra citati solo però solo i prossimi passi, mentre guardando al medio termine l’obiettivo è fornire in Italia prodotti come Buy Now Pay Later, carte di credito e mutui, “e quindi iniziare a dare veramente tutti i servizi da una banca di serie A con l’esperienza Revolut, che crediamo sia la migliore experience possibile grazie alla grande velocità di erogazione del prodotto, ad esempio erogheremo credito nell’arco di minuti”, ha spiegato Talarico. Il manager proviene da oltre sei anni in Admiral Group dove è stato Chief Operating Officer di ConTe Prestiti. In precedenza ha ricoperto altri ruoli tra cui Head of Loans di ConTe Assicurazioni.
Per offrire questi nuovi servizi Revolut sta rivoluzionando anche il modo in cui approccia i singoli paesi europei. Mentre fino ad ora la gestione è stato molto accentrata – Vilnius per le questioni bancarie (i clienti italiani hanno IBAN lituano) e Londra per tutto ciò che concerne lo sviluppo dell’app e i prodotti non bancari – ora si lascerà più spazio alle singole country. Le branch con personale locale sono state già lanciate in Spagna, Francia e altri paesi, l’Italia parte ora e il Portogallo è il prossimo sulla lista.
“In Italia, così come in altri paesi europei, abbiamo l’obiettivo di diventare il conto principale dei nostri clienti, quindi trasformarci da conto secondario o conto per viaggiare a conto primario. Per farlo abbiamo chiaramente bisogno di superare l’IBAN discrimination, quindi le branch rispondono a questa logica di localizzazione”, spiega Talarico, aggiungendo che le persone che comporranno il team italiano saranno una decina, con esperti di credito, di compliance e di anti-riciclaggio.
Il manager non si sbilancia sull’esatta tempistica del lancio dei prossimi prodotti, anche perchè per ottenere le autorizzazioni c’è spesso bisogno di un lungo confronto con le autorità. In questo Revolut sta avendo qualche problema nel Regno Unito, dove è ancora in attesa di una licenza bancaria a oltre due anni dalla richiesta, con il ritardo nella pubblicazione dei bilanci annuali che non sta aiutando nel convincere Prudential Regulation Authority e Financial Conduct Authority, secondo la stampa britannica.
“Per quanto riguarda l’IBAN italiano ci stiamo lavorando, non possiamo dare date perché chiaramente non dipende solo ed esclusivamente da noi, ma ci aspettiamo di avere un riscontro abbastanza nel breve, quindi sicuramente puntiamo ad averlo nella prima metà del prossimo anno – dice Talarico – Per quanto riguarda il mondo del credito, il nostro obiettivo è il secondo trimestre del prossimo anno e siamo in roadmap in questo momento per i prestiti personali, quindi ci aspettiamo di farcela”.
Intanto, l’utilizzo dell’app da parte dei clienti italiani cresce a un tasso maggiore rispetto alla media internazionale, e nell’ultimo anno – mentre i clienti sono cresciti del 60% – i pagamenti con carte Revolut sono aumentati dell’80% e il contactless del 105%, quindi “l’utilizzo aumenta più della crescita dei clienti e questa è sicuramente una cosa positiva, e chiaramente ci aspettiamo che con l’introduzione di prodotti più locali ci sia un ulteriore boost”.
A una domanda se Revolut stia pensando di introdurre strumenti che con il rialzo dei tassi hanno riacquistato popolarità, il nuovo Head of Branch risponde che la società sta “studiando la ricezione in altri mercati, ad esempio per prodotti di risparmio quali i money market fund e i conti deposito, e stiamo facendo delle valutazioni se introdurli e quando in Italia”.
Il manager non si dice spaventato dal grande anno della banche tradizionali o dal fatto che i big del mercato italiano stiano puntando molto su banche digitali che possono fare concorrenza a Revolut ( con Isybank e con BuddyBank): “Dobbiamo essere contenti se anche le banche tradizionali, che hanno anche una posizione di dominio sul mercato italiano, decidono di investire così tanto sul digital e fanno education al mercato, spingendo clienti magari più abituati all’utilizzo della filiale a interfacciarsi anche con l’app e con l’home banking. Questo sicuramente è positivo per il mercato in generale, quindi noi siamo contenti di questa education e convinti che renderà più facile la transizione del conto principale da conto in filiale a conto online”.
Intanto, continuerà il focus di Revolut sulla comunicazione, con l’utilizzo di canali tradizionali e volti noti, per avvicinare anche utenti non giovani alla propria offerta. “Ci immaginiamo un ulteriore crescita dei nostri clienti e chiaramente dietro c’è anche un investimento a livello di comunicazione. L’investimento che abbiamo fatto recentemente con Gerry Scotti è pensato per questo, ovvero per portare Revolut a essere percepita come un conto da utilizzare giorno per giorno con tantissimi servizi locali. Questo investimento lo abbiamo fatto perché vogliamo continuare a far crescere Revolut in Italia, e fa un po’ seguito all’investimento che era stato fatto l’estate scorsa con la pubblicità in televisione, e quindi andremo sicuramente avanti a investire sul mercato italiano”.