(Teleborsa) – Revlon, multinazionale statunitense attiva nel settore della cosmetica, ha annunciato di aver completato con successo il processo di ristrutturazione finanziaria ed è uscita dal Chapter 11, la principale procedura di riorganizzazione negli Stati Uniti, il cui scopo è quello di risanare l’impresa.
Con circa 236 milioni di dollari di liquidità, finanziati attraverso un’offerta di diritti azionari, una nuova linea di credito garantito senior e nuovi prestiti basati su asset, Revlon sta emergendo dal Chapter 11 come “una società privata con una solida base finanziaria“, si legge in una nota.
La società ha notevolmente semplificato la sua struttura del capitale eliminando più di 2,7 miliardi di dollari di debiti dal proprio bilancio, lasciandola con circa 1,5 miliardi di dollari di debiti in essere. La maggior parte del patrimonio netto è ora di proprietà dei suoi ex finanziatori, comprese le affiliate di Glendon Capital Management, King Street Capital Management, Angelo, Gordon & Co, Antara Capital, Nut Tree Capital Management, Oak Hill Advisors e Cyrus Capital Partners.
“A meno di un anno dall’inizio del processo di ristrutturazione finanziaria, sono orgogliosa di affermare che oggi stiamo emergendo come un’azienda più forte e ben posizionata per la crescita a lungo termine – ha commentato la CEO Debra Perelman – Con una struttura del capitale semplificata, un debito notevolmente ridotto e un nuovo consiglio di amministrazione, altamente esperto e impegnato, non vediamo l’ora di sbloccare il pieno potenziale dei nostri marchi riconosciuti a livello globale e di continuare a offrire ai nostri clienti i prodotti iconici che hanno amato per decenni”.
Nel primo trimestre 2023 la società ha registrato: vendite nette di 490 milioni di dollari, contro i 483 milioni di dollari previsti nel piano aziendale; utile operativo di 51 milioni di dollari contro i 19 milioni di dollari previsti nel piano industriale; EBITDA ricorrente di 77 milioni di dollari, pari a un margine del 15,8%, contro i 50 milioni di dollari, o un margine del 10,4%, previsti nel piano.