(Teleborsa) – “Mi auguro che il testo normativo sull’equo compenso venga approvato in Aula in tempi brevi per salvarlo dalle tante insidie delle volubilità parlamentari. Comprendo alcune perplessità sulle situazioni non ordinistiche e sulle sanzioni ai professionisti, ma parliamo di una norma che è sempre possibile migliorare nel domani legislativo. Ritengo prioritario portare a casa subito il testo attuale che è stato il frutto di una proposta composita con un enorme sforzo di sintesi dei partiti che sono stati in grado di superare le criticità poste dal Mef e dalla Ragioneria che hanno più volte messo il veto per le ripercussioni sulle casse dello Stato”. È quanto ha dichiarato Francesco Paolo Sisto, vice ministro della Giustizia nel corso dell’intervento che lo ha visto protagonista al Convegno “2023: un’agenda possibile per professionisti e imprese” promosso dall’Associazione nazionale Commercialisti.
“La grande riforma economica del Paese parte da imprese e professioni – ha proseguito Sisto – dalla ripresa di un dialogo nel rispetto dei ruoli di ciascuno dove il privato diventa partner del pubblico. I professionisti sono il metronomo dei rapporti tra cittadini e Stato. Un ruolo determinante affinchè pubblico e privato siano sulla stessa lunghezza d’onda. Per questo bisogna regolamentare il mercato professionale. Anche io sono contrario alle continue tracimazioni, frutto delle tante difficoltà del mercato. Lavoreremo insieme su questo punto ricordando che il ruolo della politica è quello di muovere l’economia, migliorare la pubblica amministrazione per renderla più rapida ed efficiente, creando così le condizioni per favorire l’attività dei professionisti”.
“Per i commercialisti italiani occorre una riforma fiscale organica complessiva per rilanciare l’economia del Paese che è in stallo. Purtroppo abbiamo assistito fino a oggi a provvedimenti tampone, invece dobbiamo pensare tutti insieme – ha sottolineato Marco Cuchel, presidente di Anc – a una riforma complessiva partendo dal migliorare i rapporti tra cittadini contribuenti e pubblica amministrazione, dando certezza del diritto ed elevando lo Statuto del contribuente a rango costituzionale. Occorre semplificare alcune procedure del Pnrr, in particolare nei casi in cui si sono previsti bandi di gara, e ci sono le rendicontazioni e lo stato di avanzamento dei lavori. Se non semplifichiamo le procedure rischiamo di perdere le risorse così come vanno riviste le procedure di reclutamento messe in atto fino adesso per i professionisti. Per quanto attiene la riforma della giustizia tributaria – ha aggiunto –, riteniamo che non sia completa. Occorre il trasferimento in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di tutta la struttura e la modifica della mediazione tributaria”.
La prima tavola rotonda del forum ha registrato un confronto serrato tra maggioranza e opposizione sulla Legge di Stabilità e su un nuovo Fisco. Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze ha evidenziato la necessità di “un nuovo fisco per cambiare il rapporto tra amministrazione finanziaria e cittadino che abbandoni la visione sovrano/suddito passando a quella cittadino/Stato. Questo passaggio – ha detto – lo abbiamo già messo in atto con diversi interventi in manovra di bilancio. Vogliamo far crescere un nuovo contribuente puntando sull’educazione economico – finanziaria soprattutto tra le nuove generazioni”.
“L’ampliamento della flat tax costa poco allo Stato garantendo un gettito ampio. Il sistema fiscale italiano – ha messo in evidenza Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati – è tra i più complicati al mondo e una delle sfide del futuro è quella della semplificazione. Anche se quando si cerca di semplificare, in Italia, quasi sempre la vita del professionista peggiora. Ricordo che nella manovra approvata sono stati destinati 20 mld per ridurre l’impatto del caro energia. A marzo questi aiuti vanno prorogati per famiglie e imprese modulandoli sulla nuova situazione e sui nuovi costi energetici”.
Critico Antonio Misiani, commissione Bilancio del Senato. “Siamo delusi da questa legge – ha detto Misiani – perché non incide sui problemi legati all’economia in forte rallentamento e all’inflazione all’11%. Queste condizioni allargano le diseguaglianze. Si è depressa la domanda interna non sostenendo i redditi più bassi e tagliando le misure di contrasto alle povertà scendendo da 8,8 mld a 7,1 mld. Una scelta profondamente sbagliata”.
“La Legge di Bilancio – ha affermato Marco Osnato, numero uno della Commissione Finanze a Montecitorio – ha affrontato il tema del caro energia in modo efficace e tempestivo impegnando 21 mld per sostenere imprese e famiglie. Una scelta di responsabilità grazie alla quale tante aziende sono rimaste aperte. La partita determinante per la ripresa dell’economia si gioca sul Pnrr per il quale fa bene il governo a chiedere dei cambiamenti, come d’altronde hanno fatto anche Francia e Germania considerando gli aumenti dei costi energetici e di materie prime”.
Mario Turco, commissione Finanze a Palazzo Madama, ha ritenuto “la legge di Bilancio contraddittoria e povera di risorse, che si accontenta di una crescita economica dello 0,6% senza investimenti che possano aumentare produttività delle imprese. È una legge dunque – ha detto – di tagli alle pensioni e di regali alle società di calcio, alle imprese energetiche agli evasori”.
Equo compenso e malattia del professionista sono stati i temi al centro della seconda tavola rotonda. “Lunedì in Aula – ha ricordato Daniela Dondi componente della Commissione Giustizia – Camera dei Deputati – arriva il testo normativo sull’equo compenso. Torniamo a regolamentare così i costi delle prestazioni dopo anni di incertezze. L’Equo compenso serve a tutelare il professionista per questo concordo con il mantenere l’impianto della legge e votarla quanto prima”.
Andrea De Bertoldi, commissione Finanze della Camera si è soffermato sul tema della malattia e dell’infortunio del professionista: “Proviamo a migliorare la legge allargando ai figli minori, entro i 14 anni, la possibilità di parificare la malattia del professionista. Prevedendo il differimento dei termini anche in questo caso. Credo – ha aggiunto De Bertoldi – sia un atto dovuto anche per combattere l’inverno demografico di cui ha parlato Papa Francesco”.
Chiara Gribaudo, vicepresidente della Commissione Lavoro a Montecitorio, ha chiarito che “sull’equo compenso le associazioni e gli ordini devono essere valorizzati e riconoscendo alcuni diritti. Ho votato a favore della proposta di legge Meloni perché penso che si debba fare uno sforzo nel dialogo. Al punto in cui siamo arrivati, però, – ha detto Gribaudo – si rischia di produrre una norma che lascia ampie zone grigie sulle sanzioni in capo ai professionisti. Ritengo inoltre che la politica non possa decidere al posto degli ordini sui procedimenti disciplinari a carico degli iscritti”.
Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, ha posto l’attenzione verso il futuro e i grandi cambiamenti che già stanno avvenendo nel mondo delle professioni con il ricorso all’intelligenza artificiale. “La Cnpr per il welfare attivo – ha detto Pagliuca – ha scelto l’interlocuzione diretta tra politica e commercialisti per evidenziare il ruolo strategico dei 120mila professionisti che rappresentano anche un presidio di legalità”.
“Bisogna attivare al meglio i tavoli di confronto periodici con le associazioni di categoria nazionali – ha affermato Michele de Tavonatti, vice presidente Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – per portarne le istanze agli organi politici. Il Consiglio nazionale deve essere punto di sintesi per avere più forza contrattuale e una univocità sul tavolo delle contrattazioni”.