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Piano Casa: Salvini a confronto con le associazioni. Legacoop: “Pronti a collaborare”

(Teleborsa) – Ill 28,3% degli italiani – secondo una ricerca effettuata da Legacoop e Nomisma – ha difficoltà a sostenere i costi economici della casa mentre un milione e mezzo fatica a pagare il mutuo e sono 400mila i nuclei in attesa di una casa popolare. È quanto emerge da ricerca effettuata da Legacoop e Nomisma. Il tema dell’abitare, divenuto di grande attualità nell’ultimo periodo soprattutto per via dell’emergenza abitativa e del caro affitti a Milano e nelle altre grandi città e il Piano Casa allo studio del governo sono stati i temi al centro, questa mattina, di un incontro, durato circa un’ora, tra i vertici di Legacoop e il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini nella sede di UniAbita di Cinisello Balsamo.

“Questa mattina Matteo Salvini è stato ospite di LegaCoop Lombardia per un confronto sul tema della casa. Il vicepremier e ministro ha evidenziato la volontà di mettere a punto un piano per risolvere alcune criticità a partire dal caro affitti, in un’ottica di medio lungo termine e con massima disponibilità al dialogo e al confronto anche con gli amministratori locali” ha fatto sapere il Mit in una nota.

“Per il nuovo piano casa la prima riunione operativa sarà domani. Penso – ha detto Salvini – a un nuovo piano casa per tutta quella borghesia che non è abbastanza indigente ma non sufficientemente benestante, per disegnare dei quartieri che pensano al 2050 e non a quelle degli attendati davanti al Politecnico” di Milano.

“Durante l’incontro – fa sapere Legacoop in una nota – il ministro Matteo Salvini si è mostrato attento alle diverse proposte avanzate e ha parlato del suo impegno personale, del dicastero da lui presieduto e dell’Esecutivo ad avviare un percorso di ascolto delle realtà cooperative e private operanti nel settore immobiliare e dell’housing sociale e raccogliere proposte, come quelle odierne, che concorrano alla creazione del nuovo Piano Casa”.

Legacoop ha illustrato a Salvini una bozza articolata di proposte per contribuire attivamente alla stesura dell’annunciato “Piano Casa” nazionale, di cui i cooperatori chiedono di essere interlocutori di rilievo. Legacoop infatti raccoglie una galassia di 624 cooperative di abitanti, il 10% delle cooperative di abitazione italiane con i suoi 26mila soci. Le proposte riguardano misure concrete per una nuova offerta abitativa che garantisca canoni accessibili.

“Pensiamo che non sia più rinviabile – sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop Nazionale – l’avvio di un Piano Casa nazionale per rispondere alla condizione di disagio abitativo in cui si trovano 1 milione e mezzo di famiglie che faticano a pagare l’affitto ai valori di mercato o le rate del mutuo; la cooperazione di abitanti si candida ad essere uno degli strumenti che consentono l’accesso alla casa a chi oggi ne è escluso, perché siamo convinti che la casa debba sostenere la speranza e la sicurezza dei giovani e delle famiglie in un’epoca di incertezza. È indispensabile che Stato e soggetti privati, in una logica partenariale di co-programmazione e co-progettazione, si assumano la responsabilità di trovare soluzioni per una fascia di popolazione che può pagare canoni sostenibili. Negli ultimi dieci anni, le cooperative di abitanti aderenti a Legacoop hanno messo in campo un’offerta di locazione pari a oltre 9.600 alloggi tra nuova produzione, riassegnazioni e gestione per terzi, tra cui la gestione del 30% degli alloggi del fondo FIA. Nelle nuove produzioni, l’offerta cooperativa garantisce un’elevata sostenibilità del livello dei canoni, con un abbassamento del 20-30% rispetto ai canoni di mercato. Nel Piano Casa che abbiamo in mente per realizzare interventi di alloggi sociali in una logica di limited profit e accessibilità per la domanda debole –prosegue il presidente di Legacoop Nazionale – sono imprescindibili il contributo della leva pubblica (20-30%); strumenti con ridotto impatto sulla finanza dello Stato; presenza di aree edificabili a basso costo, possibilmente derivanti da processi di rigenerazione urbana. Tale modello, che prevede la possibilità di attivare un fondo di rotazione virtuoso che si autoalimenta, oltre a programmi adeguati ad attrarre risorse della Banca Europea per gli Investimenti e della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, consente la suddivisione del carico per il Pubblico in un tempo lungo e un ritorno della spesa sostenuta”.

“L’incontro odierno col ministro è un passaggio importante e attiva molte aspettative da parte del mondo cooperativo – afferma il presidente di UniAbita, Pierpaolo Forello –. Abbiamo potuto evidenziare i nostri punti di forza, le nostre competenze e la nostra capacità concreta di dare casa in un’esperienza lunga 120 anni. Il quadro normativo, che necessariamente sarà rinnovato, tenga conto delle necessità e delle proposte dei cooperatori che ogni giorno lavorano per garantire il diritto alla casa”.

Critica la posizione di FLC CGIL che nell’attuale scenario di emergenza abitativa, di fronte al caro-affitti, sostiene la mobilitazione delle studentesse e degli studenti che in varie città d’Italia tornano a mobilitarsi contro il caro affitti e chiedono misure urgenti per poter studiare e lavorare in Italia. Per la Federazione dei Lavoratori della Conoscenza “è improrogabile l’apertura di un confronto col Governo sul tema complessivo del diritto allo studio da troppo tempo sotto attacco. La mancanza di studentati pubblici e di borse di studio, il caro affitti che minaccia seriamente il diritto all’abitare, assieme all’inflazione che erode il potere d’acquisto degli italiani, sono tutti temi da affrontare urgentemente”. Il Governo – sottolinea FLC CGIL – non può continuare a ignorare le istanze dei ragazzi e delle ragazze, per questo la FLC si adopererà in tutte le sedi possibili per sostenere le ragioni di questa protesta”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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