(Teleborsa) – La domanda globale di petrolio dovrebbe aumentare di 2 milioni di barili al giorno (mb/g) nel 2023 toccando il record di 101,9 mb/g (1,4 mb/g in più rispetto alla media del 2019) e la metà di questa domanda dovrebbe arrivare dalla Cina (+900mila barili al giorno), in ripresa dopo le politiche anti Covid.
La stima è dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) nel rapporto di febbraio sul mercato petrolifero che avverte tuttavia come una restrizione della produzione da parte dei Paesi Opec+ con la Russia sotto pressione a causa delle sanzioni potrebbe ridurre le forniture nella seconda metà dell’anno. La produzione sarebbe quindi guidata da Paesi non-Opec+.
Con la riapertura delle frontiere aumenterà il traffico aereo della Cina. La domanda di carburante per aerei dovrebbe aumentare da 1,1 mb/g a 7,2 mb/g, il 90% dei livelli del 2019.
Intanto, nei giorni scorsi Mosca ha confermato che ridurrà la produzione di greggio di 500.000 barili al giorno, come annunciato lo scorso dicembre, in risposta all’embargo e al tetto al prezzo, decisi in Occidente. La conferma è arrivata dal vice primo ministro, Alexander Novak. Si tratta di circa il 5% del suo output che sarà ridotto a partire dal mese di marzo.
“Oggi stiamo vendendo l’intero volume della nostra produzione di petrolio. Ma, come abbiamo detto, non venderemo petrolio a coloro che aderiscono direttamente o indirettamente ai principi del price cap”, ha detto Novak secondo l’agenzia di stampa statale russa Tass.