(Teleborsa) – A giorni, probabilmente già giovedì prossimo, il pacchetto pensioni sarà sul tavolo della ministra del Lavoro Marina Calderone che poi fisserà una riunione conclusiva a carattere politico. È quanto si apprende al termine dell’incontro conclusivo il ciclo di round tecnici tra l’Osservatorio per la spesa Previdenziale e le parti sociali, imprese e sindacati, avviati sul dossier pensioni dalla ministro del Lavoro in vista della prossima legge di bilancio. Il rapporto finale che farà il punto su tutti i quattro capitoli aperti: pensione di garanzia per i giovani; flessibilità in uscita ed esodi; mansioni lavorative gravose e tutele previdenziali per le donne; previdenza complementare.
Sull’incontro di questa mattina, riferiscono fonti presenti alle riunione, si è discusso di come potenziare e differenziare i vantaggi fiscali per chi aderisce ai fondi pensione. Per chi ha carriere frazionate l’incentivo potrebbe essere maggiore come potrebbe esserlo per i familiari a carico. Sul silenzio-assenso non è stato detto nulla, ma appare chiaro che un nuovo semestre non piace alle piccole imprese e a quelle del commercio perché utilizzano il Tfr come forma di finanziamento. Un’ipotesi allo studio, inoltre, è quella di cercare di far dialogare la previdenza pubblica con quella complementare con l’obiettivo di arrivare alle soglie minime per andare in pensione. La partita, aggiungono le stesse fonti, è connessa alla riforma fiscale.
“Il Governo rimedi all’errore commesso con il decreto 98/2023, con il quale, senza alcuna condivisione con le parti sociali, ha deciso di assegnare ad un soggetto privato le funzioni e le risorse per la promozione della previdenza complementare. Riteniamo fondamentale rilanciare la previdenza complementare a partire dai giovani, ma crediamo sia sbagliato, nel metodo e nel merito, quello che il Governo ha deciso di fare con questo blitz, e chiediamo che nei decreti attuativi previsti a ottobre si faccia un passo indietro”. Questa la prima richiesta avanzata dal segretario confederale della Cgil, Lara Ghiglione, al tavolo di questa mattina con l’osservatorio del ministero del Lavoro per la spesa previdenziale, che oggi aveva all’ordine del giorno la previdenza complementare. “Abbiamo ribadito le necessità di introdurre un semestre di silenzio-assenso e di istituire di una sede protetta per garantire che la scelta delle lavoratrici e dei lavoratori di trattenere il Tfr in azienda sia ragionata e soprattutto libera. Abbiamo chiesto – ha aggiunto Ghiglione – che la previdenza complementare sia riconosciuta al personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. È importante riportare la tassazione sui rendimenti a parametri precedenti e più vantaggiosi per chi aderisce, ed è fondamentale promuovere le condizioni, anche attraverso la leva fiscale, perché i fondi negoziali investano nell’economia reale, innanzitutto al fine di creare nuova e buona occupazione e determinare un maggiore sviluppo del Paese. Il progetto avviato da Assofondipensione e Cassa depositi e prestiti è un primo tassello, bisogna fare di più. Torniamo a ripetere – ha concluso – che gli incontri tecnici in assenza di un’interlocuzione vera con il ministero sui punti affrontati e senza un confronto degno di tale nome con il Governo rischiano di diventare appuntamenti di facciata, incapaci di produrre alcun risultato. Se è una scelta politica ne prendiamo atto, e il 7 ottobre saremo in piazza anche per rivendicare le nostre proposte sulla previdenza”.
Nell’incontro tecnico sulle pensioni al ministero del lavoro la Uil ha chiesto al Governo di “riaccendere le luci sulla previdenza complementare attraverso una campagna istituzionale di informazione, al fine di incrementare le adesioni ai fondi pensione”. “Occorre accentuare la fiscalità incentivante che valorizzi l’investimento previdenziale” ha commentato la confederazione guidata da Pierpaolo Bombardieri al termine della riunione. La Uil ha chiesto al Governo di eliminare la “gravissima scelta di affidare ad Assoprevidenza i fondi del comitato pubblico per la diffusione dei fondi pensione”.
La previdenza complementare “è centrale, anche se non può essere considerata sostitutiva della previdenza pubblica, per cui va sostenuta attraverso campagne informative e, soprattutto, con politiche fiscali di vantaggio, volte a favorire le adesioni nel corso di tutta la vita lavorativa e professionale – ha dichiarato Fiovo Bitti, dirigente confederale dell’Ugl al termine del tavolo tecnico al ministero del Lavoro sulle pensioni –. In questo senso è fondamentale rivedere le soglie di esenzione, comprese quelle legate al welfare aziendale, e le aliquote applicate ai rendimenti il rafforzamento del sistema passa anche da un’azione volta a sostenere le aggregazioni tra i fondi, agendo pure sul versante della democrazia interna degli stessi. L’ipotesi di semestre bianco di adesione ai fondi è praticabile, come misura straordinaria e magari in forma semplificata, per rilanciare il tema della previdenza complementare, principalmente fra i giovani, ma senza interventi strutturali si rischia di non raggiungere gli obiettivi di lungo periodo che dovrebbero portare ad adesioni consapevoli. In questi anni sono emersi chiaramente alcuni ostacoli, legati, per ragioni diverse, al trattamento di fine rapporto, con i dipendenti restii a dover indirizzare il 100 per cento alla previdenza complementare e con i piccoli datori di lavoro a loro volta poco restii a rinunciare ad una forma di finanziamento agevolata. Altresì, è fondamentale allineare il settore pubblico, ancora troppo in ritardo, al privato, mentre è decisivo il ruolo che possono giocare la Covip e Assofondipensione”.
“È necessaria una grande campagna informativa pubblica e un nuovo periodo di silenzio-assenso per l’adesione alla previdenza complementare. La previdenza complementare è oramai pilastro fondamentale del sistema previdenziale e deve essere accessibile per tutti i lavoratori e, in particolare, per i giovani – ha sottolineato il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, al termine del tavolo tecnico sulla riforma della previdenza –. I fondi pensione promossi dai contratti collettivi danno importanti vantaggi previdenziali e fiscali agli iscritti non solo al momento della pensione ma anche durante la vita lavorativa è quindi fondamentale diffondere la cultura della previdenza”. La Cisl nella riunione con l’osservatorio sulla spesa di questa mattina ha ribadito la richiesta di ridurre la tassazione sui rendimenti e maggiori agevolazioni fiscali in caso di investimenti di economia reale e infrastrutture da parte dei fondi pensione. “Il ministro del Lavoro ha manifestato in varie occasioni un particolare interesse verso la previdenza complementare, che la Cisl apprezza – ha aggiunto – e auspica che questa disponibilità si concretizzi in misure di sostegno alla previdenza complementare fin dalla prossima legge di bilancio”. La Cisl ha anche ribadito la propria posizione critica rispetto alla scelta del ministero che identifica come partner operativo in materia di secondo pilastro previdenziale Assoprevidenza, “soggetto privato non rappresentativo del mondo del lavoro e delle imprese con le quali è in corso il confronto” ha concluso Ganga invitando l’esecutivo a rivedere la scelta tornando indietro sui propri passi.