(Teleborsa) – Il regolamento sulle crisi, l’ultimo pilastro del Patto per l’asilo e la migrazione, sul quale i Paesi Ue non hanno ancora trovato l’intesa sarà sul tavolo del Consiglio Affari Interni previsto domani ma non ci sarà “una discussione sostanziale” sul testo. È quanto spiegano fonti Ue sottolineando che “la presidenza spagnola sta lavorando intensamente per trovare un’intesa il prima possibile”. L’obiettivo – secondo quanto si apprende – è “trovare il prima possibile una maggioranza qualificata e quindi un accordo” anche se “il margine di manovra è molto stretto perché si va incontro ad una parte dei Paesi se ne perde l’altra”. Dall’intesa tra i Ventisette passa il successo dell’intera riforma ormai da tre anni al centro dei negoziati a Bruxelles.
Il testo per la gestione delle situazioni di crisi fissa le disposizioni da far scattare quando uno Stato membro si trova di fronte a un numero di sbarchi o arrivi molto superiore al normale, ad eventi eccezionali come una pandemia o a crisi artificiali prodotte dalle strumentalizzazioni dei migranti a scopi politici da parte di Paesi terzi. Presentato dalla Commissione europea nel settembre 2020, il disegno di regolamento prevede che a innescare lo stato d’emergenza siano i governi nazionali, chiamati a esprimersi su richiesta di una capitale Ue o della Commissione europea. E, una volta aperta la crisi, la procedura contempla alcune deroghe all’abituale sistema di asilo, aprendo ad esempio ad una maggiore flessibilità nelle procedure di screening delle domande. Tra i suoi capisaldi, la proposta include misure di solidarietà come la redistribuzione dei migranti in tutta l’Unione per andare incontro ai Paesi più esposti a sbarchi e arrivi. Il Parlamento europeo ha proposto l’introduzione di un meccanismo di quote obbligatorie, non incluso nel testo originario di Bruxelles e subito respinto dai governi. Il compromesso ora portato sul tavolo dalla presidenza di turno Ue della Spagna prevede invece la possibilità, in determinate situazioni, di derogare ad alcuni oneri previsti dalla procedura di frontiera, oppure di interrompere il trasferimento dei cosiddetti movimenti secondari dei “dublinanti” verso gli Stati di primo approdo. Al centro delle trattative c’è anche l’inclusione nel regolamento di quelle situazioni di crisi innescate dalla strumentalizzazione dei migranti. L’idea è di far scattare le deroghe non soltanto in caso di forza maggiore, ma anche quando governi extra-Ue utilizzino i migranti come “arma” per fare pressioni sui confini dei Paesi membri. Un fronte caldo soprattutto per i Paesi dell’Est, complice la guerra ibrida cavalcata dalla Bielorussia.
La posizione dell’Italia – Il dossier migranti sarà al centro della prima sessione del vertice di Malta – che riunisce Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia, Cipro, Malta e da due anni anche Slovenia e Croazia – che affronterà il tema degli investimenti e della cooperazione con i Paesi del del vicinato Sud. In vista del vertice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato ai partner del formato EuMed9, e per conoscenza a Ursula von der Leyen e Charles Michel, una lettera in cui sottolinea l’importanza di lavorare a una posizione comune e coesa, per rendere l’azione più efficace. Nella lettera Meloni ribadisce che la questione migratoria è una priorità per l’Italia, apprezza gli sviluppi positivi dopo la visita a Lampedusa con Ursula von der Leyen e il piano in dieci punti annunciato dalla presidente della Commissione. Il governo italiano, viene spiegato, è consapevole del fatto che serva tempo per mettere in pratica una strategia multilivello che prevede diverse azioni, ma l’obiettivo è mantenere il tema in cima all’agenda continuare a impegnarsi per avere soluzioni specifiche e risultati concreti. La questione sarà anche al centro, domani, del Consiglio Giustizia e Affari interni a cui il ministro Matteo Piantedosi, viene riferito, porterà alcune proposte italiane per velocizzare l’attuazione della strategia europea. Nella giornata a Malta la premier potrebbe avere anche degli incontri bilaterali, e proseguire il dialogo con il presidente francese Emmanuel Macron che ieri ha ricevuto, per un confronto informale, a Palazzo Chigi.
Visione condivisa fra Italia e Francia – Tra la Francia e l’Italia c’è oggi “una visione condivisa della gestione della questione migratoria – fanno sapere fonti dell’Eliseo –. Da soli gli Stati membri non possono gestire la questione migratoria. Roma e Parigi andranno a promuovere una posizione comune al vertice di Malta e in occasione dei prossimi appuntamenti europei”. Fonti vicine al presidente Emmanuel Macron hanno sottolineato che Roma e Parigi intendono andare al vertice Med 9 di Malta con una posizione comune e proposte concrete. “Primo atto della strategia – precisano a Parigi – è intervenire con i Paesi d’origine, lavorare con loro, per prevenire questi flussi che poi transitano dalla Tunisia. Secondo atto: lavorare con la Tunisia per fermare le partenze e smantellare le filiere di trafficanti di esseri umani”. Il terzo atto riguarda il rafforzamento dei “controlli in mare”, mentre il quarto è relativo all’esame del diritto d’asilo. Secondo il Patto asilo e immigrazione attualmente in fase di negoziazione a Bruxelles, sottolineano le fonti francesi, questo esame deve avvenire nel Paese di arrivo, con un “rafforzamento” dei mezzi a disposizione nei cosiddetti hotspot. Una strategia, puntualizzano le fonti, ampiamente evocata dal ministro francese dell’Interno, Gérald Darmanin, nel corso della sua recente visita a Roma dall’omologo Piantedosi e anche ieri da Macron e Meloni a Roma. Meloni, si rallegrano a Parigi, “ha fatto davvero la scelta di un approccio europeo coordinato e questo è un segnale molto concreto e molto importante”.
Via libera da Scholz al Patto Ue – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz – secondo quanto scrive Bild – si sarebbe imposto oggi in gabinetto di governo per assicurare il via libera della Germania alla riforma del diritto di asilo Ue. Berlino non si dovrebbe quindi astenere domani all’incontro dei ministri dell’Interno di Bruxelles sul regolamento sulla gestione delle crisi. Scholz avrebbe così fatto valere la sua linea sulle contestazioni dei Verdi, in particolare quella della ministra degli Esteri, Annalena Baerbock.
L’opposizione dell’Ungheria – “Bruxelles vuole farci andare giù il fallito patto sui migranti prima delle prossime elezioni europee. Mentre i migranti illegali attaccano i nostri poliziotti, Bruxelles vuole costringerci a farli entrare. Un’altra idea folle della bolla di Bruxelles. Non lo permetteremo!”scrive su X il premier ungherese, Viktor Orban, in merito al Patto Ue sulla migrazione.