(Teleborsa) – Con la legge di bilancio “il governo ha dato molta attenzione alle persone della pubblica amministrazione. Daremo anticipo di 2 miliardi entro il mese di dicembre. C’è lo sforzo di darlo prima della tredicesima per dare la possibilità di far capire lo sforzo che facciamo”. È quanto ha affermato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, in conferenza stampa al termine dell’incontro con i sindacati. L’anticipo – ha sottolineato Zangrillo – riguarderà il personale dello Stato e, se ci saranno ulteriori risorse, quello degli enti territoriali. “Stiamo predisponendo perché a gennaio si possa partire coi negoziati – ha aggiunto – a partire dai comparti sicurezza, sanità ed enti locali. Invertiamo l’ordine”.
L’incontro con le confederazioni sindacali si è svolto a pochi giorni dall’approvazione del disegno di Legge di Bilancio, che stanzia importanti risorse per il pubblico impiego, ed è stato voluto dal ministro per “rafforzare la fondamentale collaborazione tra il Dipartimento della funzione pubblica e le organizzazioni sindacali, per – come ribadito dallo stesso Zangrillo – costruire un dialogo produttivo e indirizzare al meglio le politiche legate alla Pubblica amministrazione”. Nella Sala Tarantelli di Palazzo Vidoni erano presenti rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Cgs, Cida, Cisal, Codirp, Confdas, Confedir, Confsal, Cosmed, Cse, Usb. Nel corso del confronto, svoltosi “in un clima costruttivo e con uno scambio franco tra le parti”, sono stati affrontati i temi prioritari su cui si è concentrato il lavoro del ministro per la Pa e della Funzione pubblica dall’incontro con i sindacati dello scorso marzo, con un focus anche sulle misure in cantiere: dai rinnovi contrattuali, ai nuovi inserimenti nelle amministrazioni, dalle rinnovate procedure di reclutamento all’impegno per potenziare l’attrattività del lavoro pubblico soprattutto nei confronti delle giovani generazioni; dalla formazione per accrescere le competenze, ai sistemi di valutazione della performance che permettano di valorizzare il merito. Ricordata la forte accelerazione sul rinnovo dei contratti del triennio 2019-2021, rispetto al quale ad oggi rimane da chiudere il contratto dei dirigenti Istruzione e ricerca, su cui il Ministero dell’Istruzione sta lavorando all’atto di indirizzo, e si sta chiudendo la trattativa per il rinnovo dei dirigenti degli Enti locali, il ministro Zangrillo ha poi evidenziato lo stanziamento previsto in Manovra per i prossimi rinnovi, con “una decisione estremamente coraggiosa”, di circa 7,3 miliardi di euro, di cui 5 per i comparti delle funzioni centrali e scuola nonché per il comparto sicurezza-difesa, e 2,3 miliardi per la sanità ai quali si aggiungono 700 milioni per la detassazione degli straordinari e la riduzione delle liste di attesa. “Pur nella cautela sulla quantificazione di quanto queste cifre impatteranno in termini di incremento medio, possiamo dire che dovrebbe attestarsi –ha spiegato il ministro – intorno al 6% rispetto al poco meno del 4% della tornata contrattuale precedente”.
Ricordata anche l’approvazione, con il decreto-legge appena pubblicato in Gazzetta, di un “anticipo” di 2 miliardi a quest’anno rispetto al 2024 per portare nelle buste paga entro dicembre una somma che prende come riferimento l’indennità di vacanza contrattuale, moltiplicandone il relativo importo annuale per un coefficiente pari a 6,7, che dovrebbe quantificarsi intorno a una media di 900 euro, da trasferire distintamente dalla tredicesima mensilità. L’impegno, è stato spiegato nel corso dell’incontro, è quello di dare avvio alla nuova tornata contrattuale, per la quale è in via di definizione l’atto di indirizzo, già a partire da gennaio e cercando di dare precedenza al comparto sicurezza e difesa, alla sanità e agli Enti territoriali. Sulla questione del finanziamento degli Enti di ricerca non vigilati per il contratto 2019-2021, già oggetto del confronto di marzo, è stata evidenziata la previsione delle risorse necessarie per equilibrare il precedente stanziamento degli Enti vigilati (tra i 30 e i 40 milioni di euro).
Nel corso dell’incontro è stato ribadito l’impegno ad assumere anche nel 2024, come nell’anno in corso, 170mila persone. “Direi che è un obiettivo straordinario e siamo sulla buona strada – ha specificato il ministro – considerato che a fine settembre abbiamo immesso nelle nostre amministrazioni circa 145mila persone, tra turn over e nuove unità”. Specifica attenzione, nel corso dell’incontro, è stata dedicata al tema del merito, rispetto al quale, ha sottolineato Zangrillo, “stiamo lavorando per mettere a terra sistemi di misurazione e di valutazione della performance ai quali agganciare le progressioni di carriera, e quindi la valorizzazione anche economica del personale pubblico. Misurazione che non può prescindere dalla definizione di strumenti e indici adeguati concepiti non in termini punitivi ma in termini puramente ricognitivi”, sia sul piano individuale sia su quello organizzativo. Annunciato, infine, l’avvio dei lavori nelle prossime settimane dell’Osservatorio nazionale del lavoro pubblico, recentemente istituito presso il Dipartimento della funzione pubblica.
“Abbiamo apprezzato la volontà del Governo, espressa dal ministro Zangrillo di aprire un confronto di contenuto, a partire dalle proposte intorno alle quali il sindacato confederale ha costruito le sue piattaforme contrattuali – ha sottolineato il leader della Cisl-Fp, Maurizio Petriccioli, al termine dell’incontro tenutosi a Palazzo Vidoni –. Nel merito sono previsti in legge di bilancio 5 miliardi per la contrattazione nella P.A., parte dei quali saranno erogati con un apposito decreto che abbiamo chiesto sia indirizzato a rafforzare le buste paga già dalla mensilità di novembre. È una prima e importante risoluzione, concertata con il sindacato, che aiuta le famiglie a prendere fiato dopo la crisi inflattiva che ha colpito duramente in questi anni. Una misura che verrà ulteriormente rinforzata dal taglio del cuneo fiscale previsto per tutto il 2024 e dall’accorpamento delle prime due aliquote irpef al 23%. Apprendiamo inoltre della volontà di investire ulteriori 3 miliardi, trasferendo risorse alle Regioni, per i rinnovi contrattuali della sanità pubblica e di porre ulteriori 700 milioni sulla defiscalizzazione dei premi di risultato per abbattere le liste d’attesa e migliorare i servizi pubblici al cittadino – ha aggiunto – una proposta avanzata dalla Cisl-Fp da diversi anni e che oggi vede un primo avvio, sebbene in fase sperimentale. Attendiamo ora l’emanazione degli atti d’indirizzo di ogni comparto per aprire, in sede Aran, un cantiere tra sindacati e governo e per avviare rapidamente la trattativa per i contratti pubblici – ha concluso – chiediamo infine che sia parallelamente aperto il confronto sul tema degli accreditamenti con l’obiettivo di risolvere le gravi vertenze aperte nei settori dell’assistenza sanitaria privata, un tema da affrontare di concerto con la Conferenza delle Regioni. Restano numerosi i nodi da sciogliere ma proseguendo nel dialogo sociale con il governo possiamo trovare insieme le risposte che servono ai lavoratori e alle lavoratrici”.
“Il ministro Zangrillo conferma l’insufficienza delle risorse necessarie per il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici. Gli stanziamenti complessivi, infatti, sono lontanissimi dal coprire la perdita del potere d’acquisto di questi anni – affermano il segretario confederale della Cgil, Francesca Re David, e i segretari generali di Fp-Cgil e Flc-Cgil, Serena Sorrentino e Gianna Fracassi –. Per le tre dirigenti sindacali “ad aggravare la situazione arriva la scelta unilaterale di un anticipo che spacca in due il mondo del lavoro pubblico tra chi lo percepirà e chi no e che rappresenta un’evidente violazione dell’autonomia negoziale delle parti. Sui salari – proseguono Re David, Sorrentino e Fracassi – il Governo ha compiuto scelte unilaterali, che per quanto comportino risorse superiori agli stanziamenti rispetto ai ccnl 19/21, contratti che recuperavano l’inflazione, questa volta rimangono molto al di sotto sia dell’Ipca (l’indice dei prezzi al consumo) che dell’inflazione reale, falsando di fatto la capacità di recuperare il potere d’acquisto dei salari. Non ci sono – avvertono – stanziamenti ulteriori per completare la riforma degli ordinamenti e non c’è lo sblocco del salario accessorio, limitando, ancora una volta, la leva della crescita del salario e della produttività. Siamo contrari agli anticipi senza contrattazione anche perché creano disparità di trattamento, andranno infatti con certezza ai tempi indeterminati dello Stato e della sanità, ma non per enti locali e universita` e ricerca che dovranno trovare risorse nel prossimo mese nei loro bilanci mettendo a rischio il principio secondo il quale tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni maturino lo stesso diritto. Sulle assunzioni il ministro ha chiarito che siamo ad un tasso di sostituzione che compensa il turn over, e non per tutte le amministrazioni – aggiungono – per questo abbiamo ribadito la necessità di un piano straordinario dell’occupazione che assuma personale in tutte le amministrazioni, dia risposta ai precari con le stabilizzazioni a partire da scuola e sanità e scorra le graduatorie degli idonei dando immediata risposta al fabbisogno assunzionale delle amministrazioni. Inoltre – proseguono Re David, Sorrentino e Fracassi – il ministro ha annunciato l’istituzione di un osservatorio sul lavoro pubblico. C’è poco da osservare in uno scenario recessivo e non proattivo, quale è quello creato da disinvestimento, mancate assunzioni, decontrattualizzazione operati dal Governo. Uno scenario per noi inaccettabile.,Non solo vanno trovate ulteriori risorse, ma va ripristinata la piena contrattazione anche sulle materie che il ministro ha annunciato saranno invece oggetto, ancora una volta, di scelte unilaterali, a partire da formazione e merito”.