(Teleborsa) – “Ogni anno facciamo il record della più bassa natalità di sempre. Nel 2021 abbiamo 400mila nati e nei primi 11 mesi del 2022, rispetto agli stessi mesi del ’21, il 3% di nati meno. Usciranno lunedì i dati dell’intero 2022, però è verosimile che si sia sfondato al ribasso il tetto dei 400mila nati”. Questo l’allarme lanciato dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo in occasione dell’assemblea del Forum delle famiglie, che ha visto al centro il tema della denatalità e del sostegno pubblico alle famiglie, e in vista della pubblicazione, lunedì prossimo, del report aggiornato dell’Istituto.
“L’Italia è un malato la cui diagnosi è chiara – ha osservato Blangiardo – e si conoscono anche quali sarebbero le terapie. Qualcosa si è fatto però bisogna continuare in quella direzione e accentuare alcuni aspetti. Penso soprattutto alla conciliazione vita-lavoro perché il tema non è solo il costo dei figli, ma che i figli vincolano e condizionano i progetti di vita. Quindi l’idea di un avere un bambino piace ma le coppie aspettano. Conosciamo quali sono i punti deboli”.
Blangiardo ha osservato che l’Italia è “un Paese che negli ultimi 4 anni ha perso 1 milione di abitanti. Siamo un grande Paese perché – ha aggiunto – abbiamo una dimensione demografica importante, se la perdiamo non saremo più un grande Paese”. Non è solo una questione di status, ma – come ha osservato l’Istat – di tenuta del sistema di welfare, di invecchiamento della popolazione e sostenibilità della spesa sanitaria.
L’Istituto di statistica ha già stimato che da 59,2 milioni al 1 gennaio 2021 si scenderà a 57,9 milioni nel 2030, poi la flessione aumenterà a 54,2 milioni nel 2050 fino a 47,7 milioni nel 2070.
“Il governo ha una grande responsabilità: fare una riforma fiscale che finalmente tenga conto in maniera seria della composizione familiare e del ruolo strategico delle famiglie – ha detto il presidente del Forum delle Famiglie Gigi De Palo, incalzando l’esecutivo sulla delega fiscale e le politiche di sostegno –. Chiediamo di migliorare l’assegno unico già dal prossimo anno: è determinante lavorare oggi per mettere risorse a novembre. Una riforma fiscale che tenga conto della progressività, noi avevamo proposto un fattore famiglia. E poi utilizziamo i fondi del Pnrr anche in chiave natalità”.