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Nadef, Brunetta: “No margini per manovre di spesa. Guardare a Pnrr”

(Teleborsa) – “La politica non ha margine per manovre fiscali espansive di spesa corrente. Scordiamocelo”. È quanto ha affermato il presidente del Cnel Renato Brunetta in un‘audizione sulla Nadef in Parlamento. Il Pnrr – ha proseguito Brunetta – è invece “l’unico punto fisso e risolutore, almeno nel breve periodo, che abbiamo a disposizione. Dal Pnrr possiamo recuperare tutta la crescita possibile, necessaria alla stabilizzazione di saldi di finanza pubblica. Se non stabilizziamo i saldi di finanza pubblica i mercati sono pronti a punirci”.

“Una volta preso l’impegno verso questa direzione di politica economica volta a sostenere riforme e investimenti nei prossimi anni, nulla impedisce che il Governo trovi la forza e il tempo di procedere, già nel corso della stesura della Legge di bilancio, ad una ulteriore ‘pulizia’ del bilancio avviando una spending review più accurata. Una revisione che parta dalla montagna di deduzioni, detrazioni e bonus generosamente concessi in passato, e che – ha detto Brunetta – ogni anno costano al Paese circa 120 miliardi di euro. Revisione in ogni caso necessaria nel corso del 2024, se si vuole creare lo spazio necessario alla riforma fiscale programmata dal Governo, ed al rafforzamento del sistema di protezione sociale che al momento, a causa delle dinamiche demografiche in atto, risulta troppo oneroso sia per le imprese che per i lavoratori italiani rispetto alla media europea, traducendosi in una ulteriore compressione di consumi e investimenti”.

La Nadef – ha spiegato il presidente del Cnel – arriva in un quadro di “incertezza e volatilità assolute per la somma di due elementi tragici, gravissimi, uno perdurante l’altro di cui non si sa il potenziale. Siamo in presenza non solo di un’incertezza geopolitica e di una volatilità legate alla guerra in Ucraina, un’ulteriore elemento d’incertezza è dato dal conflitto israelo palestinese di queste ore, che potrebbe produrre effetti ancor più squilibranti della guerra in Ucraina, con squilibri sul piano energetico ben superiori a quelli che abbiamo già dovuto vivere. In questo quadro, a merito del Governo va riconosciuto che la Nadef correttamente tiene conto in maniera prudenziale di tutti i fattori che hanno significativamente peggiorato i parametri di finanza pubblica rispetto a quanto originariamente indicato nel DEF, e dunque prova a tracciare un sentiero, evidentemente stretto, tra il sostegno a breve termine di lavoratori e famiglie maggiormente esposti a questa congiuntura negativa, e la stabilità finanziaria”.

“Il punto chiave nell’agenda politica deve essere quello volto a garantire interventi a sostegno della crescita del Paese, che rappresenta l’unico strumento attraverso il quale generare risorse che potranno essere poi redistribuite alle famiglie e ai lavoratori più deboli. Prendiamo dunque atto – ha evidenziato Brunetta – che, nelle condizioni date, si ottiene di più in termini di crescita e dunque di sostegno alle politiche sociali del Paese, investendo sulla nostra agenda di riforme e di investimenti, stabilizzando le aspettative dei mercati e rafforzando la fiducia degli investitori con messaggi coerenti di politica industriale, e dunque, in ultima analisi, riducendo i nostri oneri di finanza pubblica recuperando risorse per le politiche sociali. Peraltro, un’assunzione di responsabilità nella direzione di una politica chiaramente orientata al sostegno della crescita può essere un utile strumento anche per creare consenso nell’inevitabile processo negoziale che seguirà con la Commissione europea. Quest’ultima sicuramente apprezzerà la prudenza sui saldi di spesa corrente e di deficit, ma non potrà non notare la mancata riduzione del rapporto debito/Pil attualmente contenuta nella NADEF, e dunque un impegno in questo senso appare opportuno”.

“Tassare gli extraprofitti delle banche – ha detto Brunetta – non è una bestemmia quando questo aumento degli utili è dovuto ad un aumento forzato dei tassi in chiave anti-inflazionistica. Posso solo dire che di fronte a eventi del genere il policymaker ha tutto il diritto di intervenire”.

“È degna di una puntuale attenzione anche la proposta formulata dalle parti sociali sulla necessità di rendere strutturale la misura del taglio del cuneo fiscale, in particolare per le fasce più deboli di cittadini e lavoratori, che va tuttavia conciliata con i vincoli di bilancio stringenti che oggi, in ragione del mutato quadro economico, si vengono a determinare nella finanza pubblica. Il CNEL – ha detto Brunetta – è pronto a fare la sua parte in questo programma. Da un lato, è pronto ad ospitare il Comitato Nazionale per la Produttività, l’organismo tecnico già operante in diversi paesi e richiesto da Bruxelles, che ha il compito di analizzare tutte le azioni legate al sostegno della produttività all’interno di un paese per favorirne il coordinamento. Dall’altro, continua a svolgere la sua azione di ‘forum permanente’ di confronto e collaborazione tra le forze sociali e i soggetti istituzionali, un dialogo quanto più necessario nell’epoca di profondi cambiamenti che stiamo vivendo, al fine di contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro nel nostro Paese”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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