(Teleborsa) – Importante appuntamento questa domenica per la Svizzera con i cittadini che dovranno pronunciarsi sul progetto OCSE-G20 per l’aliquota minima del 15% per le imprese multinazionali che riguarda imprese e gruppi presenti in più di uno Stato e con un fatturato annuo pari ad almeno 750 milioni di euro. Fino ad oggi, infatti, la gran parte dei Cantoni svizzeri ha applicati aliquote più basse (l’aliquota media è stata l’11% e il 13%).
La Confederazione, parte dell’OCSE, ha infatti all’accordo sottoscritto da più di 140 Stati, sostenuto da Governo e Parlamento elvetici ma c’è bisogno di passare attraverso il voto popolare per consentire alla Svizzera di poterla introdurre, adeguando norme e Costituzione. Stando alla maggioranza dei sondaggi, circa il 70% dei cittadini dovrebbe esprimersi a favore, votando dunque sì.
Il passaggio è cruciale in direzione di una quanto mai necessaria e condivisa equità fiscale, per questo porta con sè anche degli evidenti risvolti politici con i principali partner internazionali che gradirebbero non poco l’approvazione da parte della Svizzera.
Favorevoli liberali, Centro (democristiani), destra nazionalista Udc mentre i socialisti si oppongono in scia alla richiesta di una maggiore quota alla Confederazione. Secondo lo schema dell’Esecutivo di Berna le maggiori entrate derivanti dall’aliquota minima andrebbero destinate per il 75% ai Cantoni, con il 25% alla Confederazione.