(Teleborsa) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato Ursula von der Leyen a Lampedusa, emblema delle difficoltà italiane nella gestione dell’ondata di sbarchi. Da New York, il ministro degli Esteri Antonio Tajani – rispondendo alla stampa italiana ad una domanda sulla pressione migratoria dall’Africa – afferma che “la situazione non è esplosiva, è già esplosa”.
“L’Italia può contare sull’Ue”, promette la presidente della Commissione, prospettando una “risposta coordinata” alla sfida migratoria, declinata per ora in un piano in 10 punti, fra cui ci sono rimpatri più veloci, corridoi umanitari per l’immigrazione legale, e soprattutto la valutazione di nuove missioni navali. Riavviare un’operazione militare di sicurezza marittima come l’incompiuta Sophia è proprio quello che Roma vuole e chiederà formalmente al prossimo Consiglio europeo, dove la premier ora conta sulla sponda di “tanti leader molto sensibili”. Incluso Emmanuel Macron, In attesa di capire come si concilieranno le diverse sensibilità nel centrodestra alle elezioni europee di giugno, dal punto di vista di Meloni ora conta solo il “successo” della sua strategia, che si snoderà la prossima settimana nella richiesta di “maggiore coinvolgimento dell’Onu” davanti all’assemblea generale al Palazzo di vetro.
Anche la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola sottolinea che sui migranti “ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti, servono delle azioni quando parliamo della politica dei rimpatri, dell’asilo, della solidarietà”.
Intanto la premier vede i frutti della “rivoluzione copernicana” imposta dal suo governo e sopravvissuta alla “strategia” della sinistra italiana ed europea che vuole “smontare la sua tela di Penelope”. Mentre per la leader Dem Elly Schlein è essenziale “superare Dublino, con una equa condivisione delle responsabilità sull’accoglienza”.