(Teleborsa) – Il movimento cooperativo si candida a svolgere un ruolo centrale per la crescita dell’economia sociale nel nostro Paese, puntando all’affermazione di un nuovo modello di economia più inclusivo e sostenibile, in linea con l’esplicito riconoscimento della forma cooperativa tra i soggetti dell’economia sociale contenuto nello specifico piano di azione decennale approvato a dicembre 2021 dalla Commissione Europea, e con la risoluzione dell’ILO del giugno 2022 sul tema del lavoro dignitoso e dell’economia sociale, che ribadisce l’importanza delle cooperative come segmento più organizzato del settore in molti paesi del mondo.
Il tema è al centro del 41esimo congresso nazionale di Legacoop “L’impresa del futuro: cooperativa, per tutte”, in corso oggi e domani a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica. In tempi recenti si è delineata una sensibilità nuova delle istituzioni verso l’economia sociale, ormai entrata organicamente nel quadro normativo europeo. Lo conferma, oltre al Piano già ricordato che punta a svilupparne il potenziale di crescita, anche il suo inserimento nella strategia industriale dell’Unione come uno dei settori in grado di contribuire a raggiungere l’obiettivo di un’economia più sostenibile, digitale, resiliente e competitiva. è infatti diffusamente avvertito il rischio che si approfondiscano ulteriormente le disuguaglianze, favorite dal prevalere di un approccio basato sulla convinzione che lo sviluppo economico e il benessere sociale fossero essenzialmente dipendenti dal libero gioco delle forze di mercato.
La realtà ha più volte smentito questo assunto e negli ultimi tempi è cresciuta la consapevolezza dell’urgenza di pensare alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo, più inclusivo e sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale. “Noi – sottolinea Simone Gamberini, che domani sarà eletto presidente di Legacoop – rappresentiamo cooperative diffuse sul territorio ed attive in tutti i settori, che valorizzando l’apporto dei soci hanno spesso raggiunto livelli di eccellenza, ad esempio nell’agroalimentare, nei servizi alle imprese e alle persone, nella distribuzione commerciale. Siamo perciò convinti che la forma di impresa cooperativa possa dare un forte contributo in questa direzione, collocandosi a pieno titolo nel campo dell’economia sociale, ovvero di quell’insieme di soggetti che condividono elementi distintivi da sempre al centro della nostra esperienza: il primato della persona e della finalità sociale rispetto al profitto, il reinvestimento degli utili per svolgere attività di interesse collettivo e generale, la governance democratica e partecipativa”.
Dopo un 2021 di forte ripresa che ha registrato un sostanziale recupero dei livelli pre-Covid, nel 2022 per le cooperative aderenti a Legacoop si evidenziano un rallentamento della crescita legato all’aumento dei costi e un crescente pessimismo sull’evoluzione dell’economia italiana. La domanda, però, tiene: il 45% delle cooperative ha aumentato il valore della produzione e quasi l’80% chiude l’anno con un utile di esercizio. I dati sono stati presentati al 41esimo Congresso nazionale di Legacoop. Secondo le stime sugli andamenti dell’anno, elaborate dall’AreaStudi di Legacoop, nel 2022, rispetto al 2021, il 45% delle cooperative ha aumentato il valore della produzione (tra queste, il 39% ha registrato un incremento che va dal 10% ad oltre il 15%), in modo più accentuato nei settori dell’industria delle costruzioni (56,3%) e delle attività manifatturiere (63,3%), nelle imprese di grandi dimensioni (82,9%) e, relativamente alla collocazione territoriale, al Centro (47,7%).