(Teleborsa) – “Non attribuisco la persistenza dell’inflazione a una mancanza di credibilità della Fed. In effetti, ci sono prove a sostegno della credibilità della banca centrale, incluso il fatto che le aspettative di inflazione a lungo termine non sono lontane dall’obiettivo del 2% del FOMC”. Lo ha affermato Philip Jefferson, membro del Board of Governors della Federal Reserve, durante un evento a New York.
Jefferson ha sottolineato il “persistente squilibrio tra l’offerta e la domanda di lavoro”, che “combinato con l’ampia quota del costo del lavoro nel settore dei servizi, suggerisce che l’inflazione elevata potrebbe scendere solo lentamente“.
L’economista ha anche affermato che la situazione attuale è diversa dagli episodi passati di alta inflazione in almeno quattro modi.
“In primo luogo, la pandemia ha creato interruzioni senza precedenti nelle catene di approvvigionamento globali – ha spiegato – In secondo luogo, la pandemia sta avendo un effetto duraturo sui tassi di partecipazione alla forza lavoro. In terzo luogo, la credibilità della banca centrale è più elevata oggi di quanto non fosse negli anni ’60 e ’70. Quarto e più importante, a differenza della fine degli anni ’60 e ’70, la Federal Reserve sta affrontando l’esplosione dell’inflazione prontamente e con forza per mantenere quella credibilità e per far rimanere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo termine.