(Teleborsa) – I percorsi ITS svolti in apprendistato garantiscono agli studenti maggiore stabilità occupazionale mentre forniscono alle imprese risposte concrete ai loro fabbisogni formativi. È quanto emerge dalla ricerca Skill Alliance “L’apprendistato di alta formazione per il conseguimento del diploma ITS: dati, esperienze, prospettive” condotta da Fondazione ADAPT in collaborazione con Intesa Sanpaolo e presentata oggi a Milano. L’evento ha visto gli interventi di Francesco Seghezzi, presidente Fondazione ADAPT; Anna Roscio, executive director SME Sales & Marketing, Banca dei Territori Division, Intesa Sanpaolo; Paolo Bonassi, executive director Strategic Support, Intesa Sanpaolo; Elisa Zambito Marsala, responsabile Social Development and University Relations, Intesa Sanpaolo; Matteo Colombo, ricercatore Fondazione ADAPT; Guido Torrielli, presidente rete ITS Italia; Luciano Pero, docente di Organization Theory and Design presso il MIP-Politecnico di Milano; Luca Pedrazzini, direttore generale Sorint.lab; Paola Frassinetti, sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito.
La ricerca mette a disposizione di tutti gli interessati – giovani, ITS, e imprese – un documento agile in grado di fornire le ragioni condividere le esperienze e i modelli organizzativi e gli strumenti e metodi per “fare apprendistato” all’interno dei percorsi ITS.
Il quadro nazionale – In Italia i NEET (che non studiano e non lavorano) sono il 17,8% dei giovani tra i 18 e 29 anni. Il forte calo demografico che si protrae da oltre vent’anni vede i lavoratori tra i 50 e i 64 anni quasi raddoppiati (+91%) e oggi un lavoratore su tre ha più di 50 anni. A questo si aggiunge la fase di doppia transizione, green e digital, che si sta attraversando e che richiede un robusto investimento sulle competenze dei lavoratori, così da potenziare la capacità di assorbimento delle imprese dei territori. Il risultato è che il 46% delle figure ricercate dalle imprese è di difficile reperimento.
Le Fondazioni ITS – In questo contesto, gli ITS rappresentano un segmento formativo d’eccellenza, con tassi di placement dei diplomati che si attestano attorno all’80% a 12 mesi dal conseguimento del titolo, e soprattutto il 91% di loro svolge un lavoro coerente con quanto studiato. Elemento chiave del loro successo è la stretta connessione con il mondo del lavoro, che può essere ulteriormente rafforzata grazie al ricorso all’apprendistato di alta formazione.
La ricerca condotta da Intesa Sanpaolo e Fondazione ADAPT ha fatto emergere che le Fondazioni ITS che erogano corsi in apprendistato hanno un tasso di placement dei diplomati ancora più elevato, pari a circa l’86%.
Diffusione dell’apprendistato – L’apprendistato è uno strumento ancora poco diffuso, ma a cui aziende e Fondazioni ITS guardano con crescente interesse: si passa dai 14 contratti attivati nel 2017 ai 184 dell’anno scorso. Grazie all’analisi qualitativa che ha coinvolto 77 Fondazioni ITS, la ricerca ha permesso di mettere in evidenza i punti di forza e le criticità di questo strumento e individuare strategie per favorirne il ricorso. Il 27% degli intervistati ha individuato come punto di forza il miglior dialogo tra Fondazione e Imprese e il 26% il miglior placement dei diplomati; in generale è stato evidenziato come questo strumento contribuisca a propagare l’innovazione. Sul fronte delle criticità, dalle interviste emerge che le principali difficoltà sono legate alla poca chiarezza della normativa vigente, oltre che alla complessità organizzativa e gestionale.