(Teleborsa) – Gli analisti di , nello scenario di base, prevedono che per la maggior parte del tempo il Brent potrebbe ancora scambiare in un range di 70-90 USD nei prossimi mesi, se l’attuale escalation nella guerra in Ucraina non causerà significative interruzioni dell’offerta.
I fondamentali di domanda e offerta rimangono costruttivi nel breve termine, anche se prevedono un loro indebolimento nel 2024, quando l’aumento dei prezzi stimolerà la crescita della produzione. Gli analisti citano: il fatto che a breve termine la crescita della domanda globale è trainata dall’Asia, dall’aviazione e dall’industria, con gli Stati Uniti che accumuleranno nuovamente riserve strategiche nel 2H23 e i mercati dei prodotti petroliferi che sono molto tesi a causa delle basse scorte globali; i rischi geopolitici e le interruzioni delle forniture limitano i flussi, con l’OPEC+ che è proattiva e controlla la propria produzione; il fatto che nel 2024, il mercato del greggio potrebbe tornare in surplus grazie alla crescita dell’offerta non OPEC.
Inoltre, si legge in un report sul tema, diversi rischi gravano sulle prospettive macroeconomiche e alimentano la volatilità degli asset ciclici, comprese le materie prime: crescita economica globale più debole del previsto, rischi di recessione negli Stati Uniti e in Europa; sorprese negative dai dati cinesi (in particolare, PMI deludenti che segnalano una contrazione del settore manifatturiero); incertezza sui futuri sviluppi delle politiche monetarie statunitensi, in quanto la maggior parte degli economisti della Fed suggerisce cautela a causa di un’inflazione superiore al target.