(Teleborsa) – Anticipare i cambiamenti per costruire la banca del futuro, attenta alle persone che vi lavorano, tenendo conto delle loro esigenze personali, per proseguire il percorso di digitalizzazione e innovazione tecnologica, con un forte impegno ESG. Con questo obiettivo, da inizio anno, Intesa Sanpaolo ha avviato un nuovo modello organizzativo del lavoro che permette di integrare tra loro più strumenti: il lavoro agile, la flessibilità di orario e la settimana corta. Tra le principali novità 120 giorni di smart working all’anno – che, a richiesta, salgono a 140 per le persone che operano in turno, ad esempio presso la Filiale Digitale, e per la Direzione Sistemi Informativi – flessibilità di orario all’ingresso tra le 7 e le 10 e la possibilità di usufruire della settimana corta, 9 ore di lavoro al giorno per 4 giorni alla settimana.
“Tutti i colleghi delle strutture di governance – fa sapere Intesa Sanpaolo in una nota – possono lavorare in settimana corta compatibilmente con le esigenze aziendali di presidio delle attività ed è stata attivata anche una sperimentazione in 40 filiali di grandi dimensioni della rete Banca dei Territori. Inoltre, dal 1 novembre 2023 il personale di oltre 250 filiali di piccole dimensioni può richiedere volontariamente la settimana corta, utilizzando come giorno di riposo il giorno di chiusura della filiale (ricompreso tra martedì, mercoledì e giovedì).
Dagli ultimi dati diffusi da Intesa Sanpaolo emerge che hanno richiesto l’abilitazione della settimana corta circa il 70% di coloro che la potevano richiedere (personale full time della governance e delle filiali in sperimentazione, in totale circa 28.500 persone). Di questi il 42% nel periodo marzo-settembre ha utilizzato la settimana corta, per un totale di oltre 30mila settimane. Un “dato in crescita (sia abilitati che fruizione) – sottolinea Intesa Sanpaolo – anche in considerazione dell’esperienza che nel tempo i colleghi stanno facendo”.