(Teleborsa) – Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che dopo mesi di rialzi a livelli record l’inflazione dell’area euro ha iniziato a moderarsi, ma lo slancio della dinamica dei prezzi “resta elevato”. Se l’energia ha mostrato un rientro, dando il maggior contributo al generale rallentamento, altre componenti del carovita “stanno continuando a salire”, ha sottolineato intervenendo ad un webinar di Finanzwende.
La guerra ha avuto un impatto negativo sulla crescita economica dell’Eurozona, senza tuttavia innescare la recessione che ci si attendeva. Il tasso di disoccupazione ha continuato a calare a minimi record, mentre si sono creare alcune penurie di personale, ha proseguito. Ora, dopo i forti aumenti ai massimi storici dei mesi recenti l’inflazione “ha iniziato a moderarsi”, ha rilevato, secondo le slide pubblicate dalla BCE. La moderazione dell’inflazione generale è prevalentemente attribuibile all’energia, mentre altre componenti dell’indice stanno continuando a salire.
“Lo slancio dell’inflazione resta elevato – ha spiegato Schnabel – specialmente sui prezzi dei servizi“. “I prezzi del gas sono calati a livelli precedenti alla guerra in Ucraina e le strozzature le catene di approvvigionamento globali si stanno attenuando. Tuttavia, anche di fronte a questi fattori le pressioni dell’inflazione di fondo restano alte e la maggior parte delle componenti dell’indice di inflazione restano elevate”,ha rilevato la rappresentante della BCE.
Nel frattempo, secondo Schnabel la crescita delle retribuzioni “si è rafforzata in maniera significativa, sebbene le retribuzioni reali (cioè quelle al netto dell’inflazione, ndr) stiano calando energicamente”. In questo quadro Schnabel a rilevato come le misure di bilancio contro i rincari dell’energia restino non mirate e, conseguentemente, con effetti inflazionistici sul medio termine. Infine, l’esponente della BCE ha osservato che le aspettative di mercato scontano ulteriori aumenti ai tassi di interesse della BCE e un marcato ridimensionamento del bilancio dell’eurosistema. Sono previsti consistenti aumenti dei rendimenti di lungo termine sui titoli di Stato ma dinamiche stabili sugli spread, cioè i differenziali tra i tassi retributivi dei bond dei vari paesi dell’area euro. Intanto i rialzi dei tassi sui mutui stanno mettendo fine alla corsa dei prezzi immobiliari.