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Il Beige Book della Federal Reserve non scioglie i dubbi

(Teleborsa) – C’era attesa tra gli investitori per la pubblicazione del Beige Book della Federal Reserve, arrivato nella serata di ieri. Il rapporto sullo stato dell’economia statunitense, che farà da base alle prossime decisioni di politica monetaria, ha rilevato che la velocità degli aumenti dei prezzi sembra rallentare.

Secondo il report l’attività economica è rimasta pressoché invariata nelle ultime settimane e diversi distretti “hanno notato una stretta degli standard di finanziamento da parte delle banche con l’aumentata incertezza e i timori sulla liquidità“.

L’attività economica degli Stati Uniti dunque è cambiata poco e il Beige Book non sembra aver sciolto i dubbi tra gli investitori che restano in attesa di capire se e quando la Federal Reserve arriverà al punto di svolta sui tassi di interesse. Se dall’attività in corso sono giunti segnali di stabilità, la banca centrale vede “pochi cambiamenti” nel prossimo futuro.

“Anche le aspettative per la crescita futura sono rimaste per lo più invariate; tuttavia, due distretti hanno visto peggiorare le prospettive” – si legge nel report -.

Nella riunione del 21 e 22 marzo, i funzionari Fed hanno deciso all’unanimità di alzare il costo del denaro di appena lo 0,25%, nonostante continuavano a ritenere fosse un’inflazione inaccettabilmente elevata.

I banchieri hanno segnalato, inoltre, che si stanno avvicinando alla fine di quella che è stata la più aggressiva ondata di inasprimento delle politiche in 40 anni, con la maggior parte di loro che ha tracciato un ultimo aumento di un quarto di punto percentuale prima di quello che dovrebbe essere un periodo di pausa prolungato.

Nel complesso, il rapporto ha fornito pochi segnali per vedere cambiamento della traiettoria: i prestiti sono diminuiti e le elevate pressioni sui prezzi si sono allentate, ma nessuna delle due tendenze è stata così marcata o sembra suggerire un’economia sull’apice di una recessione economica o un forte aumento della disoccupazione, ora ai minimi storici del 3,5%.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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