(Teleborsa) – “Se vogliamo essere un hub per il gas dobbiamo capire se ci sono le infrastrutture per esserlo”. Così l’amministratore delegato di Claudio Descalzi, nel corso della tavolo rotonda alla prima assemblea annuale di Proxigas. Descalzi ha sottolineato che l’obiettivo dell’Italia non può essere solo quello “di poter usare il gas ma di dare beneficio all’Europa visto che il Corridoio est-ovest è praticamente ormai chiuso” e il gas che arriva (circa il 6% della domanda nazionale), arriva dall’hub austriaco.
“I vuoti si riempiono. Se arriverà altro gas che riempie questi spazi, passando da 40% e 6%, si creano altri flussi e questi sono vantaggiosi perché ci danno la sicurezza energetica ma anche commerciale e la la possibilità di sederci a tavoli politici”, ha detto Descalzi rispondendo alla domanda se la situazione possa cambiare in futuro. “Tornare ai prezzi di 4-5 anni fa è difficilissimo – ha aggiunto l’ad di Eni –. Guardate cosa è successo al petrolio. Per Descalzi “contano le infrastrutture”, “costa molto di più non averle. Abbiamo pagato l’energia 7 volte gli Usa e adesso siamo a 4 volte”.
Sul tema delle infrastrutture è intervenuto anche l’amministrazione delegato di , Stefano Venier. “Il nostro piano di investimenti non è frutto dell’improvvisazione – ha sottolineato –. Ci sono interventi da mettere in atto in tempi estremamente rapidi, come quello dei rigassificatori, ma la dorsale adriatica, che è oggetto di attenzione in questi ultimi mesi, è stata progettata da tempo. La progettazione è stata rinviata perché privilegiati i flussi da nord”. Venier interrogato da Descalzi sui tempi per la costruzione dell’infrastruttura ha spiegato che ci vorranno 4 anni, da qui al 2027.
Descalzi ha affermato che entro marzo gli stoccaggi dovrebbero arrivare al 60-65%. “Dovremo allora iniziare a riempirli. Non avremo il gas russo ma dovrebbero arrivare 7 miliardi di Gnl aggiuntivi, il resto da pipe da maggio. In quota rigassificatore (Piombino, ndr) saranno 5 miliardi e allora riempiremo gli stoccaggi”.
Secondo Venier il 40% della domanda può essere soddisfatta dal Gnl. Per quel che riguarda invece la creazione di un hub del gas italiano Venier ha spiegato che “Israele può rappresentare un’opportunità molto interessante. Non dimentichiamoci che l’Italia è l’unico paese europeo che ha cinque pipeline che connettono cinque diverse fonti. Questo vantaggio noi lo dobbiamo utilizzare anche per strutturare il sistema con la ridondanza, che non è un termine negativo”. “Stiamo utilizzando la dorsale sud-nord dall’Algeria, da 126 milioni di metri cubi al giorno di capacità, quasi al massimo”, ha affermato Venier.