(Teleborsa) – La Fondazione Crt dovrà comunicare meglio quello che fa per il territorio e cercare di allocare una parte delle erogazioni su progetti di medio termine ma di maggiore impatto. E’ quanto affermato in una intervista rilasciata a La Stampa da Andrea Varese, manager che ha recentemente assunto l’incarico di segretario generale dell’ente torinese, tornando nella sua Torino dopo le esperienze in Polonia e Germania con Unicredit.
Parlando dei circa 70 milioni di fondi erogati annualmente dalla Fondazione Crt, il segretario ha riconosciuto che “si tratta di una cifra importante” e richiede una “responsabilità importante”. “Credo ci siano attualmente due aree di miglioramento. La prima, dovremmo forse comunicare meglio quello che facciamo – ha proseguito – la seconda è che quei 70 milioni sono stati distribuiti su 1.400 progetti annui. Forse avrebbe senso allocare una parte delle erogazioni su un minor numero di progetti pluriennali che abbiano un maggiore impatto”.
“La Fondazione ha un patrimonio rilevante che penso sia stato gestito bene”, ha sottolineato il manager, aggiungendo che per il futuro “ci saranno opportunità per diversificare ulteriormente, non solo per settore economico, ma anche per geografie“.
“Ci stiamo anche guardando intorno per verificare se altre fondazioni in Italia o all’estero si muovono meglio di noi in alcuni ambiti”, ha proseguito Varese, spiegando che è stata affidata a Bain la “ricognizione a livello italiano ed europeo” e che il confronto si fa con enti come Compagnia San Paolo, fondazione Paideia e fondazione Agnelli e Torino, e con la Caixa spagnola, che “è un colosso con un patrimonio di 30 miliardi”.
A proposito degli investimenti futuri, il manager ha affermato “abbiamo una liquidità significativa e valuteremo se e quando ci saranno opportunità”, ma “è ragionevole diversificare non solo a livello di settore economico, ma anche di geografie, anche all’estero, anche perché ci sono settori economici poco rappresentati nella nostra Borsa”. Esistono comunque investimenti “cedibili” come Unicredit, Generali, Bpm e Mundys in cui la fondazione conta di restare, e settori chiave su cui puntare come le infrastrutture.
Guardando avanti, Varese ha spiegato che “le aspettative ad oggi sono per un 2023 che confermi i risultati complessivi del 2022, ma basati esclusivamente sulla gestione ordinaria”. A proposito della tassa sugli extraprofitti delle banche, il segretario della Fondazione ritiene che sia “facilmente eludibile e potenzialmente distorsiva della normativa europea” e che esistano “spazi di miglioramento”.
Quanto all’ipotesi di collaborazione tra Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo, Varese afferma “collaboreremo su specifici programmi e progetti significativi”, cominciando da “specifici ambiti e se funzionano bene procedere oltre”.
Il manager ha sorvolato sulle “polemiche” nei confronti del nuovo Statuto che – ricorda – “prevede che le tre università del Piemonte, e 2 sono a Torino, abbiano tutte un loro rappresentante e apre alla possibilità che Unioncamere Piemonte indichi rappresentanti in consiglio della città di Torino”, ammettendo anche una rappresentanza del terzo settore.
“Conosco il presidente Palenzona da diversi anni, è da tutti riconosciuto in Italia che egli abbia uno spiccato equilibrio e senso delle istituzioni. Posso aggiungere sul piano personale che ho potuto constatare il rispetto di cui gode dalle autorità internazionali quando abbiamo lavorato insieme su dossier particolarmente significativi e che hanno riguardato istituzioni finanziarie del nostro paese operanti all’estero”, ha concluso.