(Teleborsa) – Il Fondo monetario internazionale ha ritoccato al ribasso le previsioni di crescita economica globale su quest’anno e sul prossimo, in entrambi casi per 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni che aveva aggiornato lo scorso gennaio. Ora sul 2023 l’istituzione di Washington prevede una espansione globale del 2,8%, mentre nel 2024 dovrebbe segnare un più 3%.
Nel suo ultimo World Economic Outlook, il Fmi stima una crescita dell’eurozona dello 0,8% quest’anno (+0,1 punti da gennaio) e dell’1,4% il prossimo (-0,2). Sulla Germania torna la previsione di una recessione su quest’anno, sebbene limitata allo 0,1% del Pil, con un taglio di 0,2 punti percentuali rispetto alle stime di gennaio, mentre sul 2024 prevede un più 1,1%, pari a 0,3 punti in meno rispetto a gennaio. Per la Francia il Fmi ha mantenuto la stima di uno 0,7% del Pil quest’anno e ha tagliato di 0,3 punti la previsione 2024 all’1,3% di crescita. Per l’Italia ha alzato di 0,1 punti la stima 2023 al più 0,7% e tagliato di 0,1 punti la stima 2024 al più 0,8%. Sul Regno Uniti stima un meno 0,3% del Pil quest’anno, alzato di 0,3 punti percentuali, e un più 15 il prossimo (+0,1 punti). Sugli Stati Uniti il Fmi ha alzato di 0,2 la previsione di crescita di quest’anno all’1,6% e di 0,1 punti la stima 2024 all’1,1%. Per la Russia è stata alzata di 0,4 punti la stima di crescita di quest’anno allo 0,7% e tagliata di 0,8 punti la previsione 2024 all’1,3%. Per la Cina il Fmi ha mantenuto le previsioni di crescita al 5,2% su quest’anno e al 4,5% sul prossimo. Sull’India ha tagliato di 0,2 punti percentuali la previsione di crescita 2023 al 5,9% e di 0,5 punti quella sul 2024 al 6,3%.
Il FMI prevede che l’inflazione media nell’area euro dall’8,4% del 2022 rallenti al 5,3% sulla media di quest’anno e che si attenui ulteriormente al 2,9% nel 2024, restano quindi al di sopra del livello obiettivo della Bce (2%). Secondo l’ultimo World Economic Outlook, il tasso medio di disoccupazione resterà al minimo storico del 6,8% per l’insieme dell’eurozona sia quest’anno che il prossimo.
Le possibilità di un “atterraggio morbido” dell’economia si sono indebolite mentre tornano a prevalere i rischi al ribasso e le possibilità di un “atterraggio brusco sono marcatamente aumentate”: è un quadro poco rassicurante quello fornito dal Fondo monetario internazionale nel sommario che apre il World Economic Outlook, pubblicato in occasione delle assemblee primaverili a Washington. A pesare sono innanzitutto l‘inflazione persistentemente elevata e le recenti turbolenze delle Borse. Sebbene il carovita si sia attenuato, l’inflazione di fondo si dimostra tenace mentre i mercati del lavoro restano tirati in diverse economie. Intanto, rileva il Fmi “gli effetti collaterali del rapido rialzo dei tassi di interesse delle banche centrali stanno diventando evidenti, con le vulnerabilità del settore bancario che sono finiti sotto i riflettori e i timori di contagio che sono cresciuti su tutto il settore finanziario, incluse nelle istituzioni non bancarie”.
Alert anche rispetto ad una eventuale escalation della guerra in Ucraina che “potrebbe innescare una nuova crisi energetica in Europa e esacerbare l’insicurezza alimentare nei paesi a basso reddito”. “Per l’inverno scorso è stata evitata una crisi del gas grazie ad ampi stoccaggi in Europa e grazie a maggiori importazioni di gas naturale liquefatto, a minore domanda di gas dati i prezzi elevati e il clima mite. Tuttavia i rischi di impennata dei prezzi persistono per il prossimo inverno”, avverte l’istituzione di Washington. “Un possibile aumento dei prezzi dell’energia da una mancata estensione dell’iniziativa per il grano nel Mar Nero peserebbe ulteriormente sulle importazioni di alimentari, in particolare per i Paesi che non dispongono del margine di bilancio per limitarne l’impatto su famiglie imprese. In un quadro di prezzi alimentari e energetici elevati – si legge – potrebbero aumentare le tensioni sociali”.
Il Fondo monetario internazionale ha ritoccato al rialzo di un decimale di punto percentuale la previsione di crescita economica dell’Italia di quest’anno, ora indicata allo 0,7%. E nell’ultimo World Economic Outlook ha limato in misura analoga la stima di crescita del 2024 allo 0,8%. Sempre per lo Stivale, il Fmi prevede che l’inflazione, dall’8,7% dello scorso anno, rallenti sull’insieme del 2023 al 4,5% e prosegua la dinamica di calmieramento il prossimo anno a una media del 2,6%. Il tasso di disoccupazione dall’8,1% del 2022 salirebbe all’8,3% quest’anno e all’8,4% il prossimo.
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