(Teleborsa) – La direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, ha dichiarato che “in questa fase vediamo che il rischio di abbandonare la lotta all’inflazione andrebbe considerare con cautela, perché l’inflazione si è dimostrata più persistente del previsto”. Quanto alle tensioni che hanno investito alcune banche nelle ultime settimane, Gerogieva ha sottolineato che “questo non è il 2008”. “Non lo è perché nel 2008 la ragione della crisi era nei portafogli titoli pieni di di strumenti inappropriati che oggi non abbiano. Oggi – ha sottolineato ad un evento di presentazione delle assemblee primaverili con la Banca mondiale – il sistema bancario è molto più pulito. Questo non significa che non ci siano vulnerabilità su cui bisogna vigilare”.
L’economia globale ha imboccato il quinquennio di crescita più bassa da trent’anni a questa parte, mentre una ripresa più solida “sfugge” con i crescenti rischi dovuti alle tensioni geopolitiche e il persistere dell’elevata inflazione. “Questo danneggia le prospettive di tutti quanti, specialmente dei paesi e per le persone più vulnerabili”, ha dichiarato la direttrice del Fondo monetario internazionale.
Georgieva ha anticipato qualche dato degli aggiornamenti sulle previsioni del World Economic Outlook, riferendo che ora il FMI prevede una crescita globale “inferiore al 3% quest’anno” e “attorno al 3% sui prossimi cinque anni: la nostra previsione di medio termine più bassa fin dal 1990”, ha dichiarato. “La crescita resta debole dal punto di vista dei precedenti storici, sia breve che sul medio termine dopo che nel 2022 si è più che dimezzata”, dal 6,1% del 2021, il rimbalzo successivo al tracollo provocato da lockdown e restrizioni imposte dai governi a motivo del Covid, al 3,4% nel 2022.
Secondo Georgieva si profilano marcate divergenze tra le economie, con una qualche perdita di slancio sulla crescita dei Paesi emergenti a fronte della quale “circa il 90% delle economie avanzate si prevede subiscano un rallentamento quest’anno”. Sui paesi meno sviluppati si prevede una crescita del reddito procapite inferiore a quella delle economie emergenti “e questo rende anche piu’ difficile colmare i divari”, ha aggiunto.
Il primo ostacolo elencato, sulla strada dell’economia globale, è rappresentato dalla lotta all’inflazione e dalla salvaguardia della stabilita’ finanziaria. “Fino a quando persistono limitate pressioni finanziarie ci attendiamo che le Banche centrali mantengano la rotta sulla lotta all’inflazione. Allo stesso tempo, ove emergano rischi sulla stabilità finanziaria devono intervenire mediante appropriati approvvigionamenti di liquidità”. “La questione chiave – ha aggiunto – è monitorare attentamente i rischi nelle banche e nelle istituzioni finanziarie non bancarie, così come le debolezze in settori come l’immobiliare”.
Secondo direttrice del Fondo Monetario Internazionale occorre rafforzare la produttività e il potenziale di espansione delle economie, mentre al tempo stesso serve muoversi sull’economia verde. Su questo ultimo aspetto ha riferito che il FMI stima che servirebbero 1.000 miliardi di dollari l’anno solo per il settore delle energie rinnovabili. “Queste spese – ha sostenuto – verrebbero ripagate in termini di dividendi di crescita e occupazione”.