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Euro digitale, a che punto siamo? Cosa ha detto Lagarde

(Teleborsa) – Sull’euro digitale alla BCE “per un paio di anni abbiamo esplorato e valutato gli aspetti tecnici e a ottobre il Consiglio direttivo deciderà se proseguire verso l’attuazione, che non è luce verde ma certamente ci porta più vicino”. Lo ha detto la presidente della BCE, Christine Lagarde durante un convegno alla Banca dei regolamenti internazionali, elencando, in particolare, tre ragioni chiave per cui ritiene che si debba procedere.

La prima è “l’integrità – ha detto -. Abbiamo visto nell’Eurozona un calo dell’uso del contante ed è stato certamente accelerato dal Covid”. O meglio dalle restrizioni imposte dai governi a motivo del virus.

“È stato un po’ frenato dalla guerra, perché c’è stato un rinnovato appetito per i contanti. Ma i numeri sono molto chiari e vediamo un calo sull’uso dei contanti”. “Tutto sta andando sul digitale la gente esprime una preferenza per questo. Dobbiamo assicurare di avere un’alternativa al contante – ha proseguito la presidente Bce – e che sia ancorata alla nostra politica monetaria e alla sovranità delle nostre azioni”.

“Il secondo aspetto è la resilienza, dobbiamo poter salvaguardare l’autonomia dei pagamenti nell’area euro. Perché se guardi alle app di pagamenti realizzi presto che questi mezzi non sono necessariamente europei. Quindi dobbiamo semplicemente stare attenti: è molto rischioso affidarsi ad una sola fonte. La terza ragione – ha concluso – è l’integrazione”.

Lagarde ha anche voluto sottolineare che l’eventuale euro digitale non sarà “programmabile” o con un uso vincolato “a tempo”, non avrà il pieno anonimato dei contanti, anche se potrebbe esserne creata una versione con privacy rafforzata (che al momento la Bce chiama “cash plus”). La Presidente ha anche precisato che i timori sulla privacy e sull’ipotesi che la banca centrale possa trasformarsi in una specie di Grqnde Fratello sono “mal riposti”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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