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Ddl Capitali, Testa (Borsa): affrontare carenza investitori domestici e responsabilità Consob

(Teleborsa) – Il Ddl Capitali “costituisce una importante riforma volta a incentivare la quotazione delle società” e “lo spirito del Ddl si presenta in continuità con tutte le iniziative di semplificazione già adottate – e che saranno adottate – da Borsa Italiana per ottenere un mercato dei capitali italiano più attrattivo e integrato a livello europeo”. Lo ha affermato Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana (gruppo ), nel corso dell’audizione in Commissione Finanze e Tesoro sul disegno di legge “Competitività dei capitali”, sottolineando che “per la prima volta il Governo ha posto in essere un processo di revisione legislativa che tocca in modo costruttivo e sostanziale tanti aspetti della disciplina dei mercati dei capitali con il coinvolgimento di tutti gli attori interessati”.

Analizzando i punti chiave del Ddl Capitali, Testa ha detto che in materia di operazioni straordinarie “vorremmo suggerire qualche ulteriore ambito di snellimento delle procedure previste dalla legge, con riguardo in particolare ai conferimenti in natura, alle fusioni, alle riduzioni di capitale e al recesso”.

In tema di assemblee, l’AD di Borsa Italiana suggerisce “un ulteriore approfondimento volto ad individuare un’articolazione idonea a contemperare al meglio gli interessi di emittenti ed azionisti/investitori (ad esempio prevedendo, da un lato, la flessibilità per il CdA di definire le modalità di svolgimento di ogni singola assemblea e dall’altro, dando facoltà agli azionisti di minoranza di opporsi ove non condividano la singola scelta nei giusti termini)”.

Per quanto riguarda la disciplina del voto plurimo (per le nuove quotazioni c’è la possibilità di incremento da tre a dieci del numero massimo di voti da assegnare a ciascuna azione a voto plurimo), Borsa Italiana “invita il legislatore a voler considerare l’introduzione di adeguati presidi a tutela degli azionisti di minoranza in caso di cambio di controllo derivante dal trasferimento delle azioni a voto plurimo”. In particolare, l’OPA obbligatoria sulle azioni ordinarie – conseguente al cambio di controllo – “dovrebbe riconoscere a tutti gli investitori lo stesso prezzo pagato per l’acquisto delle azioni a voto plurimo”.

Anche la disciplina del voto maggiorato potrebbe essere rivalutata, ma su queste tematiche “dovrebbe intervenire il Legislatore comunitario per assicurare un minimo comune denominatore”. “Purtroppo, il Listing Act in discussione a livello europeo, occupandosi solo delle quotande nei Growth Markets, ha lasciato la disciplina del voto multiplo per le società quotate sui mercati regolamentati alla competenza esclusiva delle singole giurisdizioni locali”, ha fatto notare Testa.

Sul tema investitori, viene osservato che il disegno di legge estende agli enti previdenziali privati e privatizzati la qualifica di controparti qualificate ai fini della prestazione dei servizi di investimento. Borsa Italiana “supporta le modifiche proposte, ma invita il legislatore ad affrontare con urgenza il tema del limitato investimento da parte di investitori domestici in società quotate italiane, valutando gli strumenti di politica industriale e/o gli incentivi fiscali più opportuni, in accordo con gli stakeholder del mercato”.

Il numero uno del gestore di Piazza Affari ha anche condiviso alcuni numeri per evidenziare la carenza di investitori italiani. La percentuale degli investitori istituzionali domestici sul totale degli investitori istituzionali presenti nel capitale delle società italiane è pari all’8% per le 40 società più capitalizzate del listino, al 19% per le società di media capitalizzazione e al 16% per le società STAR. Per le società di minori dimensioni la componente degli investitori domestici sale (35% per le società di piccola capitalizzazione quotate sul mercato regolamentato e 33% per le società quotate sul Mercato di Crescita per le PMI).

Anche sul mercato primario ci sono criticità: per le società di nuova quotazione per offerte superiori ai 30 milioni di euro di norma viene organizzato un collocamento estero, mentre società analoghe in Francia e Regno Unito possono raccogliere i capitali a livello domestico.

Infine, Testa ha ritenuto opportuno evidenziare “la potenziale perdita di competitività per i mercati italiani derivante dall’attuale regime contributivo della Consob nei confronti dei soggetti vigilati”. “Preme segnalare che rappresenta un elemento di preoccupazione il recente e significativo aumento dei contributi di vigilanza a carico del sistema finanziario deliberato per l’esercizio in corso con una accelerazione di tendenza che prosegue ormai da più anni”, ha evidenziato.

L’AD di Borsa Italiana ha citato “l’urgenza di andare verso un nuovo assetto di responsabilità per la Consob”, in quanto “gli operatori di mercato spesso lamentano una eccessiva lentezza dei procedimenti amministrativi e un approccio di vigilanza anche regolamentare legato a logiche di prudenza non giustificate da esigenze concrete di tutela”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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