(Teleborsa) – Il sistema italiano dei mercati dei capitali “sconta un notevole scarto di arretratezza e sottodimensionamento rispetto ai mercati concorrenti sia nell’ambito dell’UE che nel contesto internazionale” e il disegno di legge in esame “è solo una prima risposta” a queste problematiche. Lo ha affermato il capo direzione Regolamentazione e Vigilanza del Sistema Finanziario del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), Stefano Cappiello, nel corso dell’audizione in Commissione Finanze e Tesoro sul disegno di legge “Competitività dei capitali”.
Si tratta di “un intervento che mira a usare la leva ordinamentale per una riforma sistematica del mercato dei capitali, nella consapevolezza che gli investitori nazionale e internazionali guardano anche al diritto – inteso come esperienza giuridica – nel decidere le loro scelte di allocazione del risparmio”, ha sottolineato.
“È un intervento a costo zero ed è un primo intervento a cui potrebbero seguirne altri, compreso un intervento di risistemazione complessiva della normativa – ha evidenziato – anche perché è stata oggetto di un’alluvio di produzione legislativa in sede europea negli ultimi 20 anni”.
“Tendenzialmente la filosofia dell’intervento è fare leva sull’ordinamento senza oneri per la finanza pubblica”, ha sottolineato Cappiello, ricordando che “incentivi fiscali azionari li abbiamo posti in essere attraverso i PIR, grazie alla riduzione fiscale per le consulenze alla quotazione, e poi c’è il Patrimonio Rilancio di CDP per finanziarie le imprese dal lato di capitale di rischio”.