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Da extraprofitti banche a caro voli, audizione dell’Antitrust

(Teleborsa) – Le critiche delle compagnie aeree alla norma del dl asset sul caro voli per le isole “all’Autorità sembra che non colgano nel segno” visto che “essa non ne limiti la facoltà di determinare indipendentemente le proprie politiche di prezzo, né fissando prezzi massimi, né imponendo una flessione dei prezzi medi, né altrimenti alterando le normali dinamiche concorrenziali sui mercati interessati”. Così il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, nel corso di un’audizione al Senato. “Per contro – ha aggiunto – l’intervento legislativo appare perseguire un obiettivo di natura perequativa che, impregiudicato il rispetto del quadro giuridico euro-unitario di riferimento, impedisca lo sfruttamento abusivo del potere di mercato in pregiudizio di consumatori particolarmente vulnerabili”.

Quanto alla tassa sugli extraprofitti delle banche “si presta, in astratto, a produrre effetti potenzialmente distorsivi” ma resta il fatto che c’è un forte differenziale tra quanto pagato dalle banche e quanto ricevuto dalla Bce sui depositi e “a me pare che questa situazione non sia in linea con l’articolo 47 della Costituzione”, ha proseguito Rustichelli. Tra le criticità evidenziate, gli effetti sul modello di business “in ragione della commisurazione del prelievo al solo margine di interesse”, sulle scelte di localizzazione “in ragione della – necessaria – limitazione al mercato domestico” e “sul modello di intermediario” se l’imposta “venisse limitata alle banche di maggiori dimensioni, con esclusione delle banche cooperative o medio piccole o di specifiche categorie di operatori”. Ma, ha aggiunto Rustichelli, “evidenzio che la liquidità a vista giacente sui conti correnti viene remunerata ad un tasso medio pari allo 0,32%, mentre al contempo la BCE riconosce alle banche un tasso sui depositi a vista pari al 3,75%. A me pare che questa situazione non sia in linea con l’articolo 47 della Costituzione il quale prevede che la Repubblica incoraggi e tuteli il risparmio”.

L’Antitrust invita quindi a “valutare l’ipotesi di un intervento normativo che prescriva agli istituti di credito la remunerazione dei depositi nella misura ad esempio del 40% del tasso di interesse riconosciuto dalla BCE alle banche sulla liquidità depositata” da cui “deriverebbe un tasso di interesse pari all’1,5% (quindi, superiore dell’1,1% rispetto al tasso medio attuale) che, applicato sui 1.368 miliardi di depositi a vista, determinerebbe 15 miliardi di nuovi interessi da corrispondere: un importante ristoro dei risparmi dei consumatori e una significativa iniezione di liquidità nel sistema, che assicurerebbe anche un rilevante gettito erariale (pari a circa 4 miliardi), essendo la somma soggetta al prelievo fiscale alla fonte del 26%”. “Una simile misura, necessariamente temporanea – ha concluso Rustichelli – avrebbe anche il pregio di eliminare, alla radice, ogni potenziale profilo di disallineamento della norma in discussione rispetto al criterio della capacità contributiva dei diversi istituti di credito, superando con ciò ogni eventuale rischio di incostituzionalità”.

Infine, valutazione favorevole dell’Antitrust, “come inizio di un percorso di liberalizzazione del settore” sulle norme del decreto asset “che incidono direttamente sul dispiegarsi del gioco concorrenziale, favorendo il rafforzamento dell’offerta del servizio taxi con l’obiettivo di assicurare il pieno soddisfacimento del diritto degli utenti alla mobilità“. “Come noto – ha aggiunto Rustichelli – da molti anni l’Istituzione invoca il superamento nel settore del sistema delle licenze ‘a numero chiuso’, che ostacola il corretto svolgimento della dinamica concorrenziale e il prodursi dei conseguenti benefici in termini di soddisfazione della domanda e di qualità del servizio”


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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