(Teleborsa) – Nel primo semestre del 2023 gli emittenti italiani hanno concluso 62 collocamenti obbligazionari, in significativa crescita rispetto ai 38 del primo semestre 2022. Nonostante il semestre fosse partito in modo leggermente più debole rispetto al gennaio 2022 (che aveva effettivamente registrato un’ottima performance), la forbice si è comunque invertita già da febbraio, anche per via dello scoppio del conflitto fra Russia e Ucraina che aveva frenato le nuove emissioni nella prima parte del 2022. È quanto emerge da un report di , presentato in occasione della sesta edizione della Bond Conference organizzata dall’investment bank indipendente quotata su Euronext STAR Milan.
Le emissioni hanno totalizzato un ammontare di 37,9 miliardi denominati in euro, 4,1 miliardi denominati in dollari e 1,5 miliardi denominati in sterline. Conseguentemente anche il valore complessivo delle emissioni ha registrato un aumento notevole, crescendo dell’83% anno su anno.
Se nel primo semestre 2022 le emissioni prevalenti sono state nel settore utilities, nel primo semestre 2023 gli emittenti bancari sono tornati ad essere i più attivi, con un ammontare emesso di 24,5 miliardi di euro, che rappresenta il 56% del totale.
Per quanto concerne gli emittenti bancari, Equita afferma che è interessante evidenziare come nel primo semestre del 2023 si sia osservata una preponderanza di emissioni Senior Preferred e Senior non Preferred, un mercato che si era praticamente chiuso dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina e che aveva portato gli emittenti a orientarsi su emissione di natura Secured come i Covered Bonds.
“A nostro avviso questo ribilanciamento segnala il ritorno di un certo grado di fiducia nei confronti del settore bancario, oltre che la volontà da parte delle banche di rafforzare il buffer di titoli MREL eligible – si legge nel rapporto – Nonostante i livelli di capitalizzazione medi siano significativamente cresciuti nel 2023 spinti da un margine di interesse in espansione e un costo del rischio ancora contenuto, riteniamo infatti che gli istituti vogliano mantenere un robusto margine di flessibilità per poter eventualmente incrementare la remunerazione agli azionisti (senza mettere in dubbio il rispetto dei requisiti regolamentari) e fronteggiare da una posizione di forza un potenziale peggioramento dello scenario macro”.
Equita nota anche che lo spread cui trattano i bond bancari è ancora oggi in media più elevato rispetto a inizio 2022 lungo tutta la curva sia per i senior che per i Tier 2. Poiché il differenziale di spread medio sui Tier 2 rimane ancora significativo (circa 80bps su call a 2/3 anni), gli analisti ritengono che questa categoria di emissioni sia interessante, specialmente alla luce dei solidi fondamentali del settore.