(Teleborsa) – La Commissione europea ha inviato per consultazione agli Stati membri un progetto di proposta per adeguare parzialmente il calendario di eliminazione delle disposizioni del Temporary Crisis and Transition Framework sugli aiuti di Stato, introdotte per fornire una risposta alla crisi a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina e dell’aumento senza precedenti dei consumi energetici prezzi.
L’esecutivo UE propone una proroga di 3 mesi delle disposizioni che consentono agli Stati membri di continuare a concedere importi limitati di aiuti per compensare gli elevati prezzi dell’energia, ovvero fino al 31 marzo 2024. Ciò consentirà agli Stati membri, ove necessario, di prorogare i loro regimi di sostegno e garantire che le imprese ancora colpite dalla crisi non siano tagliate fuori dal sostegno necessario nel periodo invernale.
Altre misure – come il sostegno alla liquidità sotto forma di garanzie statali e prestiti agevolati, e misure volte a sostenere la riduzione della domanda di energia elettrica – non saranno prorogate oltre la loro attuale data di scadenza, che è il 31 dicembre 2023.
“Nonostante la stabilizzazione della situazione economica e la notevole resilienza dell’economia dell’Unione nel suo complesso, permane una sostanziale incertezza per quanto riguarda i prezzi dell’energia nel prossimo inverno – ha commentato il commissario Didier Reynders, responsabile della politica di concorrenza – Questa situazione è ancora fonte di forti preoccupazioni per i consumatori e le imprese dell’UE. La proposta inviata oggi agli Stati membri consentirebbe loro di essere preparati e fornire ulteriore sostegno limitato durante quel periodo, quando necessario, garantendo nel contempo che le norme straordinarie rimangano temporanee”.
“Inoltre, la Commissione monitora costantemente gli sviluppi economici ed è pronta a rispondere rapidamente a qualsiasi evento imprevisto – ha aggiunto – La proposta non pregiudica le disposizioni del quadro che consentono agli Stati membri di fornire ulteriore sostegno per accelerare gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette, che rimangono disponibili fino alla fine del 2025“.