(Teleborsa) – Negli ultimi 28 anni si sono perse 22 gigatonnellate di acqua all’anno in più della metà dei grandi laghi del mondo per effetto del riscaldamento globale e del consumo legato alle attività umane. È quanto è stato calcolato in uno studio pubblicato su Science da un team internazionale guidato da Fangfang Yao dell’Università del Colorado a Boulder. Il fenomeno mette a rischio quasi 2 miliardi di persone residenti vicino a bacini idrici in ritirata.
Lo studio, partito da 250.000 immagini satellitari riprese tra il 1992 e il 2020, ha mostrano l’estensione superficiale di 1.972 tra i più grandi laghi del mondo (di cui 1.051 laghi naturali e 921 bacini artificiali). A queste hanno poi aggiunto le misurazioni del livello delle acque ottenute con nove altimetri satellitari, in modo da poter calcolare il volume dei laghi negli ultimi decenni. I risultati rivelano un calo dell’acqua immagazzinata nel 53% dei grandi laghi mondiali, localizzati sia in aree umide che secche, con perdite più grandi del previsto in Artico e nelle zone tropicali umide. Un aumento significativo di acqua si registra solo nel 24% dei grandi laghi, che però sono localizzati per lo più in regioni remote e scarsamente popolate come l’altopiano del Tibet.
Per quanto riguarda l’andamento dello stoccaggio dell’acqua nei bacini idrici gestiti dall’uomo, sono state scoperte significative perdite in quasi due terzi delle grandi riserve, dovute soprattutto all’accumulo di sedimenti.
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