(Teleborsa) – Sono 1.659 i migranti ospiti, a fronte dei circa 400 posti disponibili, all’hotspot di Lampedusa. Per questa sera, con il traghetto di linea che giungerà all’alba di domani a Porto Empedocle, è stato programmato un trasferimento di 141 persone. Ieri, dopo che fra sabato e domenica sono sbarcati 1.653 migranti, ci sono stati solo due soccorsi fatti dalla Capitaneria di porto, in area Sar, con un totale di 54 persone originarie di Costa d’Avorio, Mali e Guinea. È in tale scenario che sul tavolo del Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi potrebbe approdare la dichiarazione di stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione.
La decisione, secondo quanto si apprende, sarebbe maturata dopo un incontro avvenuto ieri tra i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci. Una misura già adottata nel 2011, quando il premier era Silvio Berlusconi e Roberto Maroni era ministro dell’Interno.
“Se oggi dichiareremo lo stato di emergenza sull’immigrazione? È una ipotesi assai probabile. Ieri – ha detto il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci a Radio Anch’io – mi sono sentito col collega dell’Interno Piantedosi, c’è una condizione di assoluta emergenza. Non è un fatto nuovo, io stesso avevo lanciato l’allarme settimane fa. È un problema che è destinato a non esaurirsi per almeno i prossimi dieci anni. Una condizione che mette in sofferenza le strutture dello Stato ed è inevitabile perché parliamo di esseri umani che hanno diritti e verso i quali dobbiamo avere un approccio responsabile. Lo stato di emergenza dovrebbe facilitare le procedure. Parliamo di un fenomeno mai conosciuto nel passato. Le isole da sole non possono affrontare questa condizione di emergenza”.