(Teleborsa) – con le organizzazioni di categoria dei gestori che sono state formalmente convocate dal Governo per domani 19 gennaio, alle ore 09:30 presso la Sala Parlamentino del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Lo riferiscono le stesse organizzazioni di categoria.
Intanto, arriva la nota del Garante sugli Scioperi: “Con riferimento alla proclamazione dell’11 gennaio 2023 (atto pervenuto in data 12 gennaio 2023), di chiusura dei distributori di carburante su rete ordinaria e autostradale ‘dalle 19 del 24 gennaio 2023 alle 7 del 27 gennaio 2023’, la commissione nella seduta del 16 gennaio 2023 su proposta del commissario delegato Alessandro Bellavista ha deliberato, allo stato, la presa d’atto dello sciopero, ritenendone regolare la formale proclamazione, effettuata nel rispetto di quanto previsto dalla legge 146/90, e successive modificazioni, e dalla regolamentazione provvisoria delle prestazioni indispensabili nel settore dei distributori di carburante, adottata dalla commissione di garanzia con deliberazione n. 01/94 del 19 luglio 2001 e pubblicata in G.U. n. 179 del 3 agosto 2001″. È quanto si legge nella nota diffusa dal garante sugli scioperi Giuseppe Santoro-Passarelli inviata a Faib Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa Confcommercio. “Tuttavia, al fine di limitare i disagi a cui, inevitabilmente, andrebbero incontro i cittadini utenti, a fronte di una prolungata chiusura dei distributori di carburante sulla rete ordinaria e autostradale – prosegue il documento – questa commissione invita le associazioni in indirizzo a valutare l’opportunità di ridurre la durata complessiva della chiusura degli impianti”.
Sciopero che per l’Angac Confsal “sarebbe solo un regalo alle compagnie che oggi sono critiche rispetto alle determinazioni governative e nel contempo si indebolirebbe la via del dialogo con governo ed il consenso del consumatore il quale interpreterebbe lo sciopero ed il disagio che ne deriva come lo strumento di difesa del benzinaio che vuole speculare”. “Il governo in carica – si legge nella nota – ha lanciato con l’ultimo decreto il classico sasso nello stagno, ribadendo la necessità impellente di fare chiarezza e trasparenza in un settore che ha al suo interno troppi punti oscuri, prevedendo la pubblicazione del prezzo medio regionale di vendita dei prodotti petroliferi”.
“Secondo Angac, la pubblicazione del prezzo di cessione va portata avanti e conseguita” perché, prosegue l’associazione “l’esposizione del prezzo di cessione farebbe immediatamente rendere palese le contraddizioni del sistema rete/extrarete (impossibilità di vera concorrenzialità); parimenti sarebbe evidente come la pressoché totalità del differenziale self/servito venga assorbita dalle compagnie petrolifere a discapito dei gestori che hanno totalmente a carico i costi del servizio”. “Angac – conclude – ha bisogno di risposte concrete e non di approssimazione. Angac, se il governo non apporterà i correttivi proposti, valuterà altre forme di sensibilizzazione e di protesta”.