(Teleborsa) – I gestori di fondi a livello globale sono diventati più bearish, ovvero pessimisti, ad aprile 2023, con la stretta creditizia vista nelle scorse settimane che ha portato pessimismo sulla crescita globale e la più alta allocazione obbligazionaria da marzo 2009. È quanto emerge dal consueto “Global Fund Manager Survey” di (BofA).
L’allocazione di liquidità è rimasta al di sopra del segnale di “buy” tattico del 5%, presente dal novembre 2021. I livelli di liquidità sono quindi rimasti superiori al 5% per 17 mesi consecutivi, un lasso di tempo superato solo dal mercato ribassista DotCom di 32 mesi.
I timori di una stretta creditizia spingono l’allocazione obbligazionaria a salire di 9 punti percentuali su base mensile al 10% netto Overweight, il maggior sovrappeso da marzo 2009 – si legge nella ricerca – E anche il sottopeso degli investitori in azioni rispetto alle obbligazioni è ora a livelli che non si vedevano dalla Grande crisi finanziaria.
Secondo i gestori intervistati, la fonte più probabile per un “evento di credito” sono immobili commerciali USA/UE (48%), seguiti da sistema bancario ombra statunitense (25%), debito societario USA (6%), declassamento del debito del Tesoro USA (4%), immobili in Cina (4%) e debito sovrano europeo (3%).
BofA afferma anche che gli investitori sono tornati sui titoli difensivi (utilities, staples, healthcare) rispetto ai ciclici (discretionary, banks, energy, materials), spinti da grandi rotazioni da banks & materials a healthcare & utilities.
Le posizioni più affollate sono invece: Long big tech stocks (30%); Short US banks (18%); Long China equities (13%); Short REITs (12%); Long European equities (11%); Long US dollar (5%).
(Foto: Foto di Nick Chong su Unsplash)