(Teleborsa) – “Nell’ultimo anno, l’Unione europea è riuscita a fare ciò che molti e soprattutto i russi non credevano possibile: fare a meno dell’energia importata dalla Russia, il più grande esportatore mondiale in questo settore; e allo stesso tempo ha ridotto le emissioni di CO2 del 2,5 mentre nel resto del mondo sono aumentate”. Lo ha detto il direttore esecutivo dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), Fatih Birol, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, al termine di una riunione della commissione Industria, Energia e Ricerca del Parlamento europeo, a cui ha partecipato, dedicata alle conseguenze energetiche della guerra russa in Ucraina, a un anno dal suo inizio.
“Ma oggi l’industria Europea è di fronte una doppia sfida: è svantaggiata nella concorrenza internazionale perché non può più contare sull’energia russa a buon mercato; ed è indietro in termini di capacità industriale e di contesto normativo per gli incentivi rispetto ai suoi concorrenti, nel momento in cui il mondo sta entrando in una nuova età industriale, quella delle tecnologie e delle energie pulite” .
Birol ha osservato come il mondo stia entrando i”n una nuova età industriale, l’età della manifattura basata su energia e tecnologie pulite: batterie, pannelli solari, impianti eolici, elettrolizzatori. E l’Europa – ha sottolineato il direttore esecutivo dell’Iea – oggi è indietro rispetto ai suoi principali concorrenti in termini di capacità industriali e in termini di contesto giuridico che è stato predisposto per quanto riguarda gli incentivi”. “È tempo – ha concluso Birol – di proporre un nuovo masterplan industriale dell’Ue che tenga conto di questi due pressioni: come competere, da un lato con i prezzi dell’energia più alti rispetto ai concorrenti, e dall’altro, nell’età dell’industria green, con gli altri attori più importanti nel mondo”.