(Teleborsa) – Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ritiene che “le prospettive per la crescita economica e l’inflazione restino altamente incerte“, con i rischi al rialzo per l’inflazione che includono potenziali nuove pressioni al rialzo sui costi di energia e cibo, anche in relazione alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Lo si legge nell’Economic Bulletin della BCE, che arriva a distanza di due settimane dall’ultimo aumento dei tassi da 25 punti base.
Viene spiegato che la crescita potrebbe essere più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più vigorosi del previsto, mentre nuove tensioni sui mercati finanziari potrebbero portare a condizioni di finanziamento ancora più restrittive del previsto e indebolire la fiducia.
Secondo la BCE, le prospettive di stabilità finanziaria sono “rimaste difficili dall’ultima revisione del dicembre 2022″, in quanto condizioni di finanziamento più rigide stanno aumentando i costi di finanziamento delle banche e il rischio di credito dei prestiti in essere.
Il rapporto evidenzia che l’inflazione “è in calo ma si prevede che rimarrà troppo alta per troppo tempo” e che gli indicatori delle pressioni di fondo sui prezzi “rimangono forti, anche se alcuni mostrano timidi segnali di attenuazione”.
Viene sottolineato che le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi per ottenere un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% e saranno “mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario”.
L’Economic Bulletin ricorda che l’economia dell’area euro ha ristagnato negli ultimi mesi e descrive come “probabile” che “la crescita economica rimanga debole nel breve periodo, ma si rafforzerà nel corso dell’anno, man mano che l’inflazione scende e le interruzioni dell’offerta continuano ad allentarsi”. Le condizioni nei diversi settori dell’economia sono disomogenee: il settore manifatturiero continua a indebolirsi, in parte a causa della minore domanda globale e delle condizioni di finanziamento più restrittive, mentre i servizi rimangono resilienti.
Con l’attenuarsi della crisi energetica, secondo la BCE, i governi dovrebbero “ritirare tempestivamente e in modo concertato le relative misure di sostegno per evitare di aumentare le pressioni inflazionistiche a medio termine, che richiederebbero una risposta di politica monetaria più energica”.